
Chiara Cecchi
Così proprio non va. La decisione del Governo di mantenere il coprifuoco fino alle 22 incontra un muro di no. Anche da parte dei viareggini che, in linea con quanto sta avvenendo in tutta Italia, si dicono contrari al prosieguo del provvedimento: ritenendolo ingiusto. Anche se non proprio tutti. Siamo andati a tastare gli umori.
Ma per alcuni viareggini così non va. "Non mi sembra la strada giusta – dice Andrea Arrighi – in questo modo le persone finiranno per assembrarsi ancora di più il pomeriggio, visto che la sera non possono uscire". "Quindi il rischio è che che i contagi aumenteranno lo stesso, pur stando la sera tutti chiusi in casa – continua –. Poi chi ha un’attività serale, vuol dire che non riaprirà. Anche per i ristoranti non è così semplice: perché se alle 22 uno deve essere a casa, significa che almeno alle 21,30 ha da alzarsi dal tavolo. Però a cose normali tanti prendevano prenotazioni anche a partire da quell’ora".
Sulla stessa lunghezza d’onda Francesco Lucchesi. "La vedo più che altro una perdita economica – commenta – . Ci sono tante attività chiuse da tempo e quindi questa decisione non li agevola. Più che altro se verrà confermato fino al 31 luglio, significherebbe che l’estate non sarebbe un momento di ripartenza come dovrebbe essere. E poi sarebbe veramente una data molto in là: vorrebbe dire che buona parte della stagione sarebbe compromessa. Quindi si potrebbe o levarlo del tutto, a farlo arrivare almeno alle 24. Sarebbe già un’altra cosa e renderebbe la situazione di certo più vivibile". E aggiunge: "Al ristorante? Sì, ci tornerei però col fatto che c’è ancora il coprifuoco non è proprio il massimo".
"Potevano farlo arrivare alle 24 – sottolinea Nicolò Guerra – . Non credo che per due ore cambi più di tanto il contagio. In ogni caso non credo che verrà mantenuto fino a fine luglio, cambieranno idea. Poi certo molto dipende dall’andamento dei contagi in ogni caso non sono dell’idea che rimanga tutto uguale a oggi. Però di sicuro è un colpo durissimo per i ristoranti perché o uno va a cena alle 18, oppure come fa? A me la situazione con cambia molto rispetto a oggi perché lavoro fino alle 20 e quindi non riuscirei comunque a uscire per andare a cena fuori".
"C’è da augurarsi – evidenzia invece Chiara Cecchi – che quella della conferma sia stata una scelta ben ponderata. In ogni caso è una regola e va rispettata. A me non cambierà molto perché ho due figli piccoli, però di sicuro sarà un duro colpo per l’economia. Ma anche per i giovani, perché è normale che vogliano uscire. E anche se vogliono farlo arrivare al 31 luglio, anche qui mi auguro che il governo ci abbia pensato bene, dovranno infatti pagare cassa integrazioni e bonus a chi non potrà lavorare".
Infine per Nini Kouda invece andava proprio tolto: "Quantomeno per restituire un po’ di libertà. Se proprio si doveva tenerlo, che arrivasse fino alle 24. Così che ci fosse in ogni caso maggior capacità di movimento. Mi auguro infatti che in vista dell’estate qualcosa cambi, anche perché viene più naturale stare fuori. Tenerlo fino al 31 luglio, sarebbe veramente un errore".
Alice Gugliantini