Commercianti (pochi) a guardia del bidone

Incassi minimi per le attività rimaste aperte con la "zona rossa": mancano i forestieri, tanti esercenti reggono sperando nel Natale

Gli operai montano le luminarie natalizie sulle palme della Passeggiata e la situazione sembra del tutto normale. Ma così non è. Pochi i negozi aperti e scarsi gli incassi. E la situazione non cambia in centro. In via Battisti le persone camminano come in un tranquillo sabato mattina. Peccato che la maggior parte delle attività siano chiuse. E quelle aperte, salvo alcune eccezioni, faticano a tenere il bandone alzato. L’agognata riapertura a dicembre è ormai l’ultima spiaggia.

"Viene qualche cliente abituale – sottolinea Alessandra Giusti della profumeria Rossi – ma per il resto il movimento è quello che è. Consideriamo anche che intorno a noi è quasi tutto chiuso. I negozi di abbigliamento, giusto per fare un esempio. Abbiamo comunque deciso di rimanere aperti, mentre durante il primo lockdown siamo stati tra i primi a chiudere, nonostante potessimo rimanere aperti. Ci auguriamo comunque che la situazione ai primi di dicembre si sblocchi, soprattutto speriamo che possa venire gente da fuori perché il grosso del lavoro in Passeggiata è proprio coi forestieri. Intanto facciamo la consegna a domicilio e ci siamo attrezzati con il sito web". "Si sta aperti per dare un servizio – commenta Luca Simonetti dell’edicola L’Ottantotto – abbiamo perso anche il 90% dei ricavi. Non siamo in una zona residenziale e se bar, alberghi e ristoranti sono chiusi il giro è minore. Fino a che c’è stata la zona arancione, la situazione era comunque migliore. Dalla zona rossa in poi invece è così. Comunque la mattina continuano a venire alcuni clienti affezionati per il giornale, le sigarette, il Lotto. Ad alcuni durante il primo lockdown facevamo anche consegna a domicilio, stavolta no. Ci auguriamo almeno di tornare alla zona arancione per le feste. Dal 25 dicembre a Befana per noi è come fosse Ferragosto: è il momento in cui si guadagna di più. La gente si riversa in Passeggiata e gli incassi aumentano".

"Non è come avere il bar aperto – sottolinea Anna Catanese del bar Orsi – però noi ci siamo con l’asporto. È una scelta coraggiosa e affettiva verso i nostri clienti. Ci rendiamo anche conto che il caffè è un rito e infatti l’asporto maggiore è per le colazioni e durante il pomeriggio". In via Garibaldi alla libreria La Vela Fabrizio Tosi dice: "Per noi non è cambiato niente, le persone che entrano sono poche, come quelle che anche prima del Covid venivano in libreria. Specie gente in età matura perché i giovani non leggono (e le conseguenze si vedono e si sentono; ndr). Comprano per lo più narrativa di evasione, visti i tempi. C’è comunque paura a entrare, e questo non è un bene perché uno compra un libro anche spinto dalla curiosità. Speriamo che la situazione migliori, ma non so che disponibilità economica abbiano le persone a dicembre”.

Diversa invece la situazione al negozio Belle Arti Donatelli. “Continuiamo a lavorare – dice Susanna Donatelli – coi professionisti, coi pittori e anche con gli studenti. Abbiamo infatti materiali che possono servire anche nella didattica a distanza. Facciamo anche consegne nei comuni limitrofi o spedizioni fuori regione. Questo perché teniamo materiale che altri non hanno. Il nostro è un negozio più da grande città, per questo abbiamo clienti che vanno dalla Spezia a Pisa. Ci sta che anticiperemo anche l’orario di chiusura alle 18 per riuscire a stare dietro alle richieste di delivery. Non vedo l’ora di tornare in zona arancione". "Siamo aperti – lamenta Francesca Pillitteri di Nonna Papera – ma non si incassa niente. Pensiamo che abbiano fatto apposta di lasciarci in attività per non pagarci i ristori. Inoltre siamo in un quartiere ridotto male, io sono costretta a chiudere alle 18 per i brutti giri che ci sono. Le forze dell’ordine fanno quello che possono. Confidiamo nella riapertura il 3 dicembre, ma speriamo che ci possa muovere tra comuni perché altrimenti sarà un guaio".

Alice Gugliantini