REDAZIONE VIAREGGIO

Come correva l’informazione ai tempi del ‘fuori sacco’

Prima dell’era Internet articoli battuti a macchina e poi spediti tramite corriere

Non sono passati molti anni, ma sembra preistoria. E’ quella del “fuori sacco”, che per i non addetti ai lavori era quella delle spedizioni della cronaca quotidiana delle redazioni periferiche alla sede centrale del giornale. All’epoca, buste pre-indirizzate e pre- affrancate e piene di fogli dattiloscritti venivano portate in orari predeterminati alle partenze dei treni o dei pullman perché arrivassero a destinazione. In particolare per quanto riguardava le spedizioni per ferrovia, ci si doveva recare alla stazione negli orari dei treni in cui c’era il “vagone postale” e consegnare il “fuori sacco” personalmente al “procaccia”, cioè al responsabile postale presente sul treno. A completare l’informazione quotidiana, c’era poi in serata la “fissa telefonica” - anche questa ad orario prestabilito – perché il sopracitato “fuori sacco” non poteva partire oltre una certa ora. Quanto sopra a favore dei non addetti ai lavori perché se questa storia è terminata qualche decennio fa, sembra appartenere – come si è detto – alla preistoria. Ebbene gli ultimi giornalisti titolari della cronaca di Viareggio sono stati Ugo Dotti per la “La Nazione” di Firenze, Giovanni Angelici per “Il Giornale del Mattino” ancora di Firenze – quotidiano scomparso – e della “RAI” sempre di Firenze, Renzo Pellegrini per “Il Telegrafo” di Livorno. Ebbene, questi tre giornalisti, che chiameremo “Trio Fuorisacco”, furono gli ultimi a Viareggio che esercitavano il proprio mestiere con la macchina da scrivere, il “Fuorisacco” - appunto – e la fissa telefonica. Nella fotografia che pubblichiamo sono tutti e tre ripresi in prima fila nella sala consiliare della sede storica della “Misericordia” di Viareggio in occasione della cerimonia indetta dalla stessa Arciconfraternita per onorare questi tre capo-redattori che per anni e anni hanno raccolto e trasmesso tutte le notizie della città usando i mezzi “antidiluviani” che abbiamo descritto. Ma sono stati protagonisti dell’informazione cittadina al tempo in cui Internet era di là da venire.

Mario Pellegrini