
"Che fretta c’era...". Il coro degli amici per ricordare Franz. Oggi l’ultimo saluto
"Che fretta c’era...". L’hanno cantata tutti in coro quella “Maledetta Primavera“, come tante sere succedeva anche tra i tavoli del bar Irene dopo una serata spensierata di musica in cui Franz, per oltre 13 anni, ha servito caffè, drink e risate. "Che fretta c’era..." hanno cantato gli amici di Francesco Latini – scomparso a seguito di un malore che l’ha rubato, troppo in fretta, alla vita – stretti ieri pomeriggio intorno al palo 13 dello Sturla Bar. Nel mezzo al corso mascherato di un Carnevale vissuto tra mille emozioni. Tra i sorrisi e le lacrime. Tra i balli e gli abbracci. Le canzoni e la malinconia."Vissuto con amore, perché Franz – ha detto un’amica– avrebbe voluto così".
"Ciao Franz" era scritto sulle cucine del Carnevaldarsena sabato notte; e ieri, ancora, sulla carretta dei Burlamatti e sul carro dei Lebigre-Roger. "Ciao Franz, sei e resterai sempre con noi" hanno ripetuto i dj ai microfoni in mezzo a quel vortice di vita in cui Franz amava follemente perdersi. Perché della città del Carnevale è stato un davvero un figlio prediletto. Carnevalaro lo era nello spirito, scanzonato e pure profondo. Lo è stato intensamente, partecipando sempre alle sfilate rigorosamente in maschera e sfilando per tanti anni come figurante sui carri di Edoardo Ceragioli. Lo è stato fino all’ultimo, gironzolando fino a domenica scorsa tra i Viali e Mare e la via Coppino in festa. Poche ore prima che quel malore lo portasse via.
E oggi sarà il giorno più triste. Quello dell’addio. Questa mattina la salma di Franz arriverà alla Croce Verde, che ha messo a disposizione la sala del Consiglio per la camera ardente – aperta dalle 14 di oggi e fino alle 14 di domani – per accogliere l’immensa famiglia che Francesco è riuscito a costruire. E con una cerimonia laica – oggi dalle 15 alle 17 – Viareggio si ritroverà per salutare un amico di tutti. E per sostenere Antonia, la sorella di Franz, nel suo dolore "Portate un pinguino – che Franz amava collazionare –, un fiore, così lo facciamo arrabbiare, e uno scritto per “la vita che tutto d’un tratto s’é messa a sede’" è l’invito di Davide Pellegrini, l’amico fraterno e titolare del bar Irene. Che ringrazia già tutti coloro che in queste ore "hanno ricordato quello che era e sarà Il Franz".
mdc