REDAZIONE VIAREGGIO

Catena umana per salvare le Alpi Apuane

Protesta degli ambientalisti contro le cave

La manifestazione tenuta ieri da centinaia di ambientalisti contro le cave (foto di Federico Campostrini)

Viareggio, 1 aprile 2019 -  Un abbraccio stretto intorno alle guglie severe ma fragili del Monte Procinto. Oltre cinquecento persone si sono prese per mano per dire no ai nuovi progetti di escavazione di pietre ornamentali. La manifestazione ha visto l’adesione di oltre 70 organizzazioni, tra cui il Wwf e Legambiente, e ha ricevuto il supporto di Alessandro Gogna e Fabio Palma, past president di “Ragni di lecco”, entrambi alpinisti e scrittori. Altre 9mila persone, invece, si sono unite al girotondo ‘virtuale’, firmando la petizione lanciata online da “Salviamo le Apuane” insieme ad altre associazioni ambientaliste per fermare il Piano di attuazione di bacino del Comune di Stazzema.

Dopo due ore di cammino lungo i sentieri attrezzati dal Cai, i manifestanti si sono uniti in un girotondo simbolico attorno alla cintura del Monte Procinto. In contemporanea, anche nel Comune dell’ Abetone Cutigliano si è tenuta una manifestazione di appoggio per la salvaguardia delle nostre montagne. Domani, invece, saranno i lavoratori a scendere in piazza con Fillea Cgil per difendere il settore lapideo. Ma, precisa Eros Tetti di “Salviamo le Apuane” e presidente della Rete dei comitati per la difesa del territorio, la manifestazione «non vuole assolutamente attaccare chi nelle cave ci lavora». «Noi siamo dalla parte dei lavoratori. E’ la politica che deve avviare un processo di conversione economica del territorio, permettendo ai cavatori di essere inseriti all’interno di altre attività. Come le quelle di ripristino delle Apuane che sovrastano Carrara». Nell’agenda di “Salviamo le Apuane” le economie a impatto (quasi) zero sono, dunque, tra le priorità assolute. «Nel nostro piano di sviluppo abbiamo diviso il territorio in tre aree, ciascuna con una specificità dal punto di vista delle attività: dal turismo nelle aree marmifere, all’artigianato di qualità e all’agricoltura. Solo così potremo salvare le nostre montagne».

Melissa Aglietti