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Canotte rosse in azione Famiglia rischia di annegare Salvataggio in extremis

Due turisti inglesi, padre e figlio, sono pericolosamente finiti in una buca Il tempestivo intervento dei bagnini di Sorriso e Bengasi ha evitato il peggio.

Canotte rosse in azione Famiglia rischia di annegare Salvataggio in extremis

Con il caldo afoso di questi giorni, è facile farsi cullare dalla brezza del ponentino che dopo mezzogiorno inizia ad accarezzare il bagnasciuga. Dopo pranzo, poi, il rischio di rilassarsi è ancora più concreto: mare calmo, poca gente in acqua, due chiacchiere per ammazzare il tempo, la digestione in corso. Momenti che rischiano di essere traditori per gli assistenti bagnanti impegnati nella sorveglianza. Alle canotte rosse è invece la massima attenzione, come ha dimostrato il salvataggio di due giorni fa di fronte al bagno Sorriso, a due passi dall’Orologio.

Non è il primo intervento a cui sono chiamati i bagnini che sorvegliano quel tratto di mare: tra buche e canaloni, l’estate che sta lentamente andando agli archivi sarà ricordata come una delle più impegnative in questo lembo della Passeggiata. Risale a ieri l’altro, si diceva, l’ultima azione dei sorveglianti dell’arenile. Poco dopo pranzo, due vacanzieri inglesi sono entrati in acqua: padre e figlio, indicativamente di 50 e 10 anni. I bagnini di turno, Tommaso Pardini del bagno Sorriso e Alessandro Canova del Bengasi, hanno registrato la cosa con tranquillità: il mare era calmo e la situazione complessivamente poco pericolosa.

I due inglesi si sono allontanati, monitorati a distanza dai lifeguard, in direzione della secca. Un passo dopo l’altro,con l’acqua che ancora arrivava alla vita. Poi, d’un tratto, la sterzata in direzione della buca – segnalata con due bandierine rosse – e il segnale di pericolo che si accende nella testa dei bagnini: padre e figlio hanno trovato di fronte a sé il più classico degli ’scalini’, e in un attimo si sono ritrovati nell’acqua alta. Senza saper nuotare. Entrambi hanno cominciato ad annaspare, ad agitarsi. E inevitabilmente a bere.

Il più vicino ai due era Pardini. Uno scambio di sguardi col collega, che nel frattempo si stava mobilitando dal Bengasi, e poi la decisione: ha buttato in mare il patino da solo e si è lanciato a ripescare gli inglesi. Canova l’ha seguito a nuoto, armato di baywatch. Il natante è arrivato appena in tempo: quando il bambino e l’adulto sono stati salvati, avevano già bevuto parecchia acqua. Con gli occhi rossi e l’espressione sotto choc di chi se l’è vista brutta, sono stati riaccompagnati a riva, dove hanno vomitato una parte dell’acqua ingerita.

Una volta messi in sicurezza, ai due inglesi è stato consigliato di farsi visitare dal personale sanitario per escludere legati al principio di annegamento. Un altro segno tangibile – come se ce ne fosse bisogno – di quanto il mare possa essere pericoloso per gli inesperti, anche nelle situazioni apparentemente più tranquille.

Daniele Mannocchi