REDAZIONE VIAREGGIO

Azimut Benetti è a caccia di un altro hangar

Il gruppo ha bisogno di spazi per fare fronte alle commesse. Vitelli: "I nostri prodotti si sono rivelati vincenti, al di là delle previsioni"

Al Salone nautico di Genova si stanno delineando le strategie per la nautica nel breve – medio periodo. Tutti i report indicano un aumento del fatturato italiano oltre i sei miliardi a fine anno, cioè ai livelli pre crisi finanziaria mondiale del 2008. Come noto, Viareggio e il suo distretto nautico (da Massa zona industriale ai Navicelli di Pisa) concorre per oltre il 25% dei volumi di vendite, quasi tutte per l’estero. Se il business va a gonfie vele, alcuni manager di cantieri viareggini lamentano due difficoltà: mancanza di adeguati spazi produttivi e insabbiamento del porto, sia internamente, sia all’imboccatura.

Abbiamo sentito al riguardo le voci di Giovanna Vitelli, vice presidente Azimut Benetti, e di Marco Valle, amministratore delegato del gruppo. "I prodotti innovativi che avevamo pensato di presentare al mercato si sono rivelati vincenti, molto più delle previsioni – ha affermato Giovanna Vitelli – . La gamma è stata studiata per offrire sicurezza, vivibilità, libertà. Per uscire dagli schemi usuali, e cioè la barca vissuta solo in estate, occorreva spostare l’interesse dei clienti sul mare, da apprezzare in ogni stagione. La risposta del mercato è stata subito positiva, anche in visione di anticipare le scelte sugli investimenti. Noi puntiamo molto, oltre che sulle nuove linee, anche sulla riduzione dei consumi, con tecnologie allo stato dell’arte, compreso l’ibrido". Marco Valle ha invece confermato il deficit degli spazi: "Stiamo cercando un nuovo hangar in zona Comparini dove attrezzare un cantiere. Gli ordini sono moltiplicati grazie alla gamma innovativa, e siamo pieni di lavoro. I contratti hanno già ora consegne previste al 2025. Se fino a due settimane fa eravamo a 1,2 miliardi di fatturato, dopo Cannes siamo andati oltre. Certo è che se non trovassimo spazi adeguati e se nessuno risolve quanto prima il problema dell’insabbiamento del porto, non più agibile come prima, dovremo valutare di spostare delle lavorazioni a Fano".

Nello stand del Next Yacht Group, ex Fipa Yachts, che costruisce Maiora, Ab Yachts, Cbi Navi, abbiamo chiesto al nuovo amministratore delegato Gennaro Candida De Matteo quali sono i motivi del loro investimento sulla nautica da diporto: "Come gruppo – ha risposto – abbiamo intenzione di valorizzare al massimo i tre marchi storici che Francesco Guidetti ha portato alla notorietà mondiale. Maiora per la sua classicità e Ab yacht per essere imbattibile nei modelli sportivi. Per Cbi Navi stiamo valutando un segmento particolare. Come esempio posso portare il crossover Maiora Exuma 35 metri che ha linee e propulsione inarrivabili, e stiamo già progettando il 41 metri. Come produzione siamo pieni e siamo ovviamente contenti: 3 barche da 30 metri in allestimento a Viareggio, 3 a Massa, e 4 il laminazione. Siamo sul valore della produzione di 60 milioni quest’anno, con una forza lavoro di 64 persone e 120 di indotto ma in crescita. Una lamentela però c’è – ha concluso il manager del gruppo Next Yacht – . Il porto di Viareggio deve essere dragato: rischiamo di fare danni alle imbarcazioni che possono toccare il fondo".

Infine, il presidente di Confindustria Nautica, Saverio Cecchi, ha detto che prossimamente avrà un incontro con il governatore della Regione Toscana Eugenio Giani proprio sulla questione dell’insabbiamento del porto.

Walter Strata