REDAZIONE VIAREGGIO

Assassinio della roulotte Operaio rischia l’ergastolo

Negato il rito abbreviato per Zangari, accusato di aver ucciso l’ex compagna. Il cadavere fu ritrovato sacco dentro al mezzo abbandonato a Torre del Lago

Sarà processato il 16 marzo prossimo, davanti alla Corte d’Assise di Lucca, Graziano Zangari, l’operaio calabrese 47enne accusato di aver ucciso la compagna Chiara Corrado, 40enne di Pisa, nascondendone poi il cadavere in un sacco dentro una roulotte abbandonata a Torre del Lago.

Ieri il gup Riccardo Nerucci ha respinto l’istanza di rito abbreviato presentata dai difensori, gli avvocati Maurizio Campo e Valerio Vianello Accorretti, che speravano nell’applicazione della vecchia norma che fino all’aprile 2019 consentiva di ricorrere a riti alternativi anche per i reati punibili con l’ergastolo. La Corte Costituzionale, chiamata ad esprimersi sulla legittimità della legge che dal 19 aprile 2019 vieta questa possibilità, ha però confermato nelle scorse settimane la regolarità della nuova norma, sbarrando quindi la strada del rito abbreviato.

La vicenda choc risale all’autunno dello scorso anno, quando la salma, nascosta in un sacco di cellophane, venne ritrovata per caso dentro una roulotte abbandonata da mesi in una traversa della via Aurelia a Torre del Lago. Fu il medico legale Stefano Pierotti, assieme ai carabinieri, a risalire all’identità della vittima, Chiara Corrado, 40enne originaria di S.Giuliano Terme, grazie ad un vistoso tatuaggio a forma di fiore. L’autopsia rivelò che era stata uccisa forse in agosto con un solo fendente assestato sulla testa. L’assassino aveva usato una pesante mazzetta da muratore, poi aveva infilato il cadavere in un sacco nascondendolo nella roulotte chiusa a chiave.

Il cerchio dei carabinieri si era presto stretto attorno all’ex compagno di Chiara, un operaio calabrese che aveva avuto una relazione con lei. La coppia aveva abitato prima a Saltocchio e poi in Versilia, finendo per andare a vivere in un container a Torre del Lago. Lui aveva lavorato proprio in quella zona fino a pochi mesi prima del ritrovamento del corpo. Messo alle strette, Graziano Zangari, 47enne di San Nicola Arcella, piccolo centro in provincia di Cosenza, aveva confessato il delitto ed era stato arrestato dai carabinieri nel suo paesino. Si trova ancora in carcere in Calabria. Adesso, comparendo davanti alla Corte d’Assise, Zangari rischia l’ergastolo.

Paolo Pacini