In spiaggia arrivano 30mila api. E si mettono... sul lettino

Viareggio, gli insetti, guidati dalla regina, si sono posati su un lettino del bagno "Raffaello"

Alcune delle api sulla sdraio e, nel riquadro, Sara Gelli

Alcune delle api sulla sdraio e, nel riquadro, Sara Gelli

Viareggio, 23 agosto 2019 - Sono fuggite da chissà dove, e seguendo la loro regina si sono posate su una sdraio. Trentamila api per la sciamatura hanno scelto il bagno Raffaello, per manifestarsi in quello spettacolo naturale hanno scelto il palcoscenico di piazza Mazzini. Se n’è accorto il bagnino dello stabilimento: riordinando la spiaggia ha notato una strana ombra. Era il grande sciame raccolto in un grappolo. Un attimo prima non c’era, un attimo dopo era lì. I bagnanti sono stati attraversati da stupore, paura, curiosità e meraviglia; in riva al mare si sono rincorse proprio tutte le emozioni che si possono provare di fronte a quel fenomeno così vistoso che sboccia ciclicamente con le nuove fioritura. Del melo, del camuciolo, del tiglio o del castagno. Un fenomeno un po’ fuori stagione per manifestarsi in pieno agosto. Ma tant’è.

L’intera area è stata transennata, e i vigili urbani hanno messo in contatto i titolari del bagno con un apicoltore. A recuperare lo sciame è intervenuta così Sara Gelli, una giovane erborista viareggina, che ha deciso di dedicarsi anche all’apicoltura.

Ha piazzato la sua arnia di polistirolo, e con pazienza ha atteso che lo sciame, guidato dalla regina, si spostasse all’intero. «E’ stato certamente un recupero particolare, forse – racconta – il più stravagante della mia giovane carriera». Nata dall’osservazione dei fiori e della piante. «Così ho seguito prima un corso privato, poi uno della Regione ottenendo il brevetto – racconta Sara –. E così ho conosciuto le api, in un terreno a Massarosa ho organizzato le arnie e ho assaggiato il loro miele. Di tiglio e millefiori. Ho imparato ad ascoltarle. Osservando i loro movimenti, per capire come stanno. L’ape è un insetto sociale. Forse non così sociale da spingersi in spiaggia, tra gli ombrelloni, in pieno agosto. Ma capace di comunicare, e di raccontarci la qualità del nostro ecosistema».

Martina Del Chicca