
Andrea Bresciani
Viareggio, 24 febbraio 2015 - «STO CERCANDO un posto di lavoro a Dubai. Me ne ha parlato un amico. Se si tratta di un’occasione sicura e non di un’avventura vado via ma porto anche mia madre. Da sola non la lascio». Andrea Bresciani, il 50enne che ha ucciso la mamma Maria Palmerini, 77 anni, e poi si è sparato nell’abitazione di via Cannoreto a Capezzano Pianore, aveva questo sogno nel cassetto. Ne aveva parlato con Fausto Pellegrinetti, il titolare della palestra Dinamic Center in via Cei a Viareggio dove si recava spesso per rilassarsi. «La persona più tranquilla e serena di questo mondo – racconta Pellegrinetti –: non avrei mai pensato che Andrea fosse capace di compiere quel folle gesto. Non me lo so spiegare. E tutti noi della palestra siamo rimasti choccati. Gli volevamo tutti bene, aveva la battuta pronta e trasmetteva allegria a tutti».
E invece, evidentemente, c’erano problemi che Andrea aveva tenuto sotto traccia. «Vengono da lontano» aveva confidato agli amici più stretti. Ma forse solo con la madre aveva manifestato la sua amarezza nel dovere lasciare la casa, finita negli ingranaggi burocratici di un contenzioso con la banca. E poi finita all’asta. «Tutto in regola – hanno sottolineato gli acquirenti –: la vendita era la naturale evoluzione dei rapporti intercorsi fra la famiglia di Andrea Bresciani e l’istituto di credito». La mamma – parlando con gli abitanti di via di Cannoreto – aveva detto di recente che sarebbe andata ad abitare «sopra Camaiore» in una residenza di più piccole dimensioni. «Questa è troppo grossa – raccontava –: mi dispiace lasciarla...». Per pudore, probabilmente, non aveva parlato di vendita all’asta. Non è neppure da escludere che il figlio l’avesse tenuta all’oscuro dell’asta, proprio per non avvilirla. E’ un’ipotesi che gli inquirenti hanno preso in considerazione nel corso della ricostruzione della vicenda. Ma su un aspetto non hanno dubbi: dover lasciare la villetta costruita da suo padre, per Andrea era una sconfitta alla quale non si rassegnava. Così, anche se con la gente che incontrava e che frequentava sembrava la persona più tranquilla del mondo, in realtà dentro di lui cresceva l’amarezza e quel senso di impotenza che sono diventati una miscela esplosiva. Fino a trovare il coraggio di sparare alla madre – che ha probabilmente cercato di fuggire – e poi suicidarsi: l’esame del medico legale dovrebbe in quache modo chiarire anche a quando risale l’omicidio-suicidio e in particolar modo se i due eventi sono stati ravvicinati oppure c’è stato un periodo di tempo in cui l’uomo ha riflettuto su cosa aveva fatto alla madre nella villetta. Accanto al suo corpo sono stati infatti trovati una decina di mozziconi di sigarette. Le ha fumate prima o dopo avere ucciso la madre? Nella ricostruzione del dramma questo aspetto conta relativamente. Ma rimane il fatto che – lo aveva ripetuto ai vicini – «non voglio pensare a quando verranno gli addetti al trasloco». Se, come si dice, «partire è come un po’ morire», Andrea ha probabilmente cominciato a ideare il suo piano omicida-suicida quando ha avuto la certezza di avere perso definitivamente all’asta la casa. E che avrebbe dovuto lasciarla nell’arco di pochi giorni.