"Allacciatevi (bene) le cinture. In viaggio tra le strade di Torre. Dove le “buette“ sono voragini"

La nostra cronista in auto nella frazione con il consigliere comunale Alberto Pardini della Lega "L’ultima asfaltatura nel 2021. Ma quando chiamiamo la Pagni i vigili arrivano subito per i rattoppi".

VIAREGGIO

"Non fare caso ai coriandoli" dice il consigliere comunale della Lega Alberto Pardini quando saliamo sulla sua Jeep metallizzata. "Sono pur sempre il presidente del Carneval Puccini" aggiunge, consigliandoci poi di allacciare "bene" le cinture di sicurezza, "perché per le strade di Torre del Lago si salta". E così, partendo dalla chiesa di San Giuseppe, ci accompagna nel “tour delle buette“.

Sembrerà un tema un po’ naif, "Ma in paese (com’è accogliente questa parola, ndr) ci sono tantissimi anziani che si muovono in bicicletta, e – prosegue Pardini, che di Torre del Lago è figlio oltre che amministratore del gruppo Facebook che raccoglie decine di segnalazioni ogni giorno – ci sono strade davvero impraticabili oltre che pericolose". Una sola quella che, dal lago o dal mare, arriva fino alle Poste: la via Volta, attraversata come l’Aurelia. "Credo – va a memoria – che qui siano almeno tre anni che proviamo a chiedere un intervento complessivo di asfaltatura", le auto posteggiate a destra ci costringono a viaggiare sbilanciati sulla sinistra a ridosso del marciapiede dove l’asfalto ormai è consumato, come la roccia su cui scava con insistenza un goccia d’acqua. E proprio come quella goccina Pardini ha deciso che insisterà a chiedere al Comune di intervenire. Nel caso si scordasse qualcosa glielo ricordano i compaesani: "Alberto – lo ferma uno –, ma che si può fare per il cratere sul marciapiede del cavalcavia Arcobaleno?". Allarme transenne: al sindaco Del Ghingaro non farà piacere sapere che lì ce n’è una da almeno due anni.

"L’ultima asfaltatura nella frazione – racconta ancora il presidente del Carneval Puccini, tra un sobbalzo e l’altro che agita anche i coriandoli del Carnevale passato rimasti sul tappetino – è quella tra via Cimarosa e Renzo Zia nel 2021". L’anno scorso è toccato alla Marina "ma solo per metà, dove è stata realizzata la pista ciclabile che è tutta un programma" prosegue accompagnandoci fin là, verso il mare. Giù per il sottopasso, sfregiato da crepe e infiltrazioni. "Già che c’erano potevano intervenire anche sul fronte dei locali, o no?". Sobbalziamo anche lì tra le crepe del pavé e davanti ai ruderi di un locale abbandonato, che stride con l’eleganza del ristorante Lombardi che ha investito nella zona. "Servirebbe un piano per il decoro, per imporre ai proprietari di tenere almeno curato ogni fondo vuoto", ma questa è un’altra storia.

E la strade da battere sono tante: via dei Micci (quella che arriva al cimitero, e che si chiama così solo nelle mappe dei torrelaghesi); via Illica (dove c’è l’ingresso dell’asilo); via Guido Rossa a ridosso dei binari: "Vedrai, c’è una buca che sarà almeno quindici centimetri". Anzi no, "Menomale, sono intervenuti", il rattoppo col bitume è ancora fresco. "Sono sincero – aggiunge Pardini – gli agenti della polizia municipale sono molto attenti oltre che disponibili. Quando segnalo qualche buca particolarmente pericolosa dopo poco viene fatto l’intervento".

Diamo alla Pagni quel che è della Pagni, e a Torre del Lago ciò che merita. "Di beghe ce ne sono tante. Ma qui – prosegue Pardini – si vive bene, tanti giovani si stanno trasferendo da Viareggio. E da qualche tempo ho visto riaprire anche qualche negozio. Sarebbe importante poter collaborare con l’amministrazione per ipotizzare un piano organico delle asfaltature...". La riflessione viene interrotto appena ci immettiamo in via Don Lazzeri, dove dopo un vecchio intervento ai sottoservizi è rimasto un mosaico di rappezzi. Quasi artistici, se non si stessero letteralmente sbriciolando. "Bravi, finalmente. Sono anni che aspettiamo che ci vengano ad asfaltare la strada" ci accoglie così, a braccia aperte, un’anziana. Deve averci scambiato per tecnici comunali mentre fotografiamo e misuriamo a spanne le profondità delle voragini, perché ci invita a guardare anche davanti a casa sua e soprattutto a "Fare presto". Sapendo già di deluderla, ci presentiamo come giornalisti de La Nazione: "E allora fateci un bell’articolo, con un titolo bello grande" si raccomanda.

Eccolo qui.