di Maria Nudi
Pietrasanta
In giacca e cravatta da manager della Coeclerici Group, con la macchina fotografica, pennelli e tavolozza da artista nel suo studio, sono le due anime di Alfonso Clerici, il pittore ligure che ha inagurato la mostra “lezione americana“ ospitata nel complesso di Sant’Agostino organizzata dalla Fondazione Paolo e Giuliana Clerici, fodazione che ha curato la valorizzazione della Sala dell’Annunziata compesso pietrasantino. Alfonso Clerici racconta a QN-La Nazione l’esperienza in Versilia e la passione per l’arte.
"È la prima volta che espongo in Versilia, Pietrasanta è un salotto artistico e una chicca sotto tutti i punti di vista. Sono felice e orgoglioso di questa opportunità", racconta ospite in redazione alla vigilia del vernissage.
Come nasce il progetto che propone? Racconta la sua storia?
"Nasce un anno fa da una iniziativa di mio fratello Paolo che ringrazio. Da una battuta che è diventata il progetto della mostra dedicata alla mia esperienza americana. Del resto il mio percorso artistico è contraddistinto da una serie di eventi legati al caso".
Quando ha sentito l’amore per l’arte?
"La passione per l’arte ha accompagnato la mia vita fin dalla adolescenza. Ho dovuto gestirla con le esigenze della attività imprendoriale della mia famiglia. Dal 1977 al 1982 ho vissuto a New York dove ho avuto la possibilità di frequentare l’ambiente culturale e dove ho stretto molti rapporti con artisti di grande calibro e caratura come Alan Kleinberg, Andy Warhol solo per citarne alcuni. Una sorta di battesimo".
Da quando è artista a tutto tondo e cosa è per lei l’arte?
"Dal 2020. L’arte è un modo di espremirsi, di liberare la fantasia. Pittura, fotografia sono linguaggi. E non escludo di potermi dedicare anche alla ceramica. A Pietrasanta sono rimasto incantanto da una fonderia".
Dove si vede tra 10 anni
"Nel mio studio a Gavi dove abito e dove immerso nella quiete della natura dipingo. Guardo al futuro e l’arte in questo periodo della mia vita è protagonista".
Se dovesse donare una sua opera a chi la donerebbe?
"Senza alcun dubbio a mio fratello Paolo".
Il sogno nel cassetto?
"La salute, proseguire il mio percorso artistico. Stare con la mia famiglia, sono nonno, e in compagnia delle persone a cui sono legato".