
Si sono radunati con i loro ’chiodi’ neri pieni di spille e toppe, alcuni con la solita folta chioma e altri più stempiati rispetto a 35 anni anni fa, quando anche il look rispecchiava la loro passione per il rock duro. Tutti con copiose lacrime che scendevano dietro gli occhiali da sole. Erano in tanti sabato alla Croce Verde per l’ultimo saluto a Maurizio Passaglia, per tutti ’Godzilla’ o più semplicemente ’Godz’, pioniere dell’heavy metal versiliese e italiano scomparso nella giornata di venerdì a soli 60 anni dopo aver lottato per diverso tempo contro un male incurabile.
’Godz’ era lo storico chitarrista dei Monolith, considerato uno dei gruppi più significativi della prima ondata del metal italiano, di cui faceva parte anche l’altro chitarrista viareggino Massimiliano ’Max’ Lazzerini, scomparso nel 2008 a soli 43 anni per un infarto. La band, costituita nel 1982, fece solo tre demo, senza incidere nessun album. Questo perché, come raccontava spesso Passaglia, a quei tempi era frequente ricevere “abboccamenti“ da svariate case discografiche che poi si concludevano con contratti semi-truffaldini. Ma i Monolith, il cui sound si ispirava a icone del metal quali Black Sabbath, Iron Maiden e Judas Priest, furono tutt’altro che inoperosi avendo prodotto tre demotapes e partecipato ad altrettanti festival nella prima metà degli ani ’80, tra cui quello storico di Certaldo nel 1983, ricevendo ottime recensioni sia in Italia che all’estero. Inoltre i loro pezzi, come la celebre “Why don’t you die“, furono pubblicati in almeno tre raccolte prodotte negli Usa e in Belgio. Anche se i Monolith non arrivarono mai al contratto discografico, la stampa ufficiale del loro materiale avvenne nel 2012. Dopo le esequie laiche tenute alla Croce Verde, la salma di “Godz“ è stata cremata a Livorno. Gli amici e colleghi esprimono le loro condoglianze ai familiari.
Daniele Masseglia