REDAZIONE VIAREGGIO

Abusò delle due nipoti di 10 anni. Condannato a 9 anni lo zio-orco

I fatti erano avvenuti tra il 2010 e il 2014. Per l’uomo nove anni di reclusione e dovrà risarcirle con 25mila e 35mila euro

Una vicenda, quello dello zio e delle nipoti, dai contorni inquietanti

Versilia, 1 marzo 2022 -  Per anni avevano silenziosamente tenuto dentro di sé la vergogna, la paura e l’orrore. Finché una delle due si è confidata con la psicologa facendo emergere la causa dei blocchi fisici e mentali che le stavano condizionando la vita: lo zio-orco che aveva abusato di lei e della sorella quando avevano solo 10 anni.

Una storia aberrante il cui epilogo è stato scritto ieri al Tribunale di Lucca, con il giudice Gerardo Boragine che ha condannato E.V., classe 1961, a nove anni di reclusione (la Procura ne aveva chiesti 15) e al pagamento di una provvisionale di 60mila euro che si tradurrà in risarcimento danni verso le due vittime, oggi 20enni, in sede civile. L’uomo era accusato del reato di violenza sessuale, con l’aggravante del vincolo della continuazione dato che gli episodi coprono un arco temporale che va dal 2010 al 2014, oltre al fatto che le nipoti avevano meno di 14 anni. Elemento, questo, che ha spostato in avanti i termini della prescrizione.

Lo zio, all’epoca 49enne e fidanzato con quella che è diventata poi sua moglie, si era da poco ricongiunto con la madre delle bambine (anche lei di origini campane) in quanto suo fratellastro. Ma ben presto quel riavvicinamento si è tramutato in un incubo per le ragazzine. Il primo episodio risale al 2010, quando lo zio abusò di entrambe dopo averle ospitate a dormire a casa sua. Il secondo, il più grave, quando l’uomo invitò a casa sua una delle due costringendola ad un rapporto orale. Il terzo episodio infine nel 2014, quando lo zio si recò a casa loro e ne approfittò toccando il seno all’altra sorella, all’epoca 13enne, dopo aver infilato le mani sotto la maglietta. Per 4 anni non ne hanno parlato con nessuno, nemmeno in casa.

Una delle due, quella che aveva subìto la violenza peggiore, aveva però incubi ricorrenti e nonostante avesse trovato un fidanzatino era bloccata nell’intimità. Si è rivolta così a una psicologa e durante una delle venti sedute, tra il 2018 e il 2019, ha confessato il terribile segreto. La psicologa ha subito scritto una lettera alla madre, la quale è andata a denunciare tutto dai carabinieri. Prima del processo era stato fatto l’incidente probatorio, nel quale sono stati ascoltati i genitori, la psicologa e le due sorelle, difese dagli avvocati Marco Boccella e Maria Marcheschi, con studio a Viareggio, costituiti parti civile per chiedere il risarcimento danni. Ieri, come detto, la condanna, anche se per le motivazioni bisognerà attendere 90 giorni, più una provvisionale di 35mila e 25mila euro. Probabile che il legale del 59enne faccia ricorso in appello per ridurre la pena, almeno a tre anni, per evitare il carcere.  

Daniele Masseglia