Vola la Cassa di Risparmio. Fondi a famiglie e imprese

Al terzo trimestre aumentano utile e attività creditizia per il territorio. I finanziamenti a medio e lungo termine registrano un incremento del 14,8%.

Vola la Cassa di Risparmio. Fondi a famiglie e imprese
Vola la Cassa di Risparmio. Fondi a famiglie e imprese

Continua la tendenza al miglioramento dei conti della Cassa di Risparmio di Orvieto dopo il lunghissimo periodo di difficoltà, coinciso con il controllo dell’Istituto da parte della Banca Popolare di Bari. La gestione di Mediocredito Centrale ha invertito la tendenza, come dimostrano i dati relativi al terzo trimestre che hanno visto salire l’attività creditizia rivolta al territorio del 14,8%, per quanto riguarda i finanziamenti a medio lungo termine alle famiglie e alle piccole e medie imprese. L’Istituto, guidato dal direttore generale Emanuele Stefano Carbonelli (nella foto), ha ripreso a produrre profitti ed il terzo trimestre dell’anno si è chiuso con un utile netto di 5,8 milioni di euro, con un balzo in avanti del 71,5% rispetto al risultato del 30 settembre 2022 quando gli utili erano stati di 3,38 milioni, già all’epoca salutati con ottimismo. L’aumento del 16,7% anche del margine di intermediazione con 39,82 milioni di euro contro i 34,12 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso rafforza un quadro di ritrovata salute. Allo stesso modo gli impieghi netti verso la clientela, pari a 1,18 miliardi di euro, confermano il trend positivo registrato al 30 giugno 2023 co +5,6% rispetto al 31 dicembre 2022. Il Cda ha anche deliberato di proporre all’assemblea degli azionisti, che approverà il bilancio al 31 dicembre , la destinazione di un importo pari a due volte e mezzo l’imposta, la cosiddetta “tassa sugli extraprofitti“, ad una riserva non distribuibile. In questo contesto si colloca anche la posizione del socio di minoranza, la Fondazione Cro, che non ha aderito al recente aumento di capitale per attuare il piano industriale della banca che le avrebbe comportato un esborsodi sette milioni. Una scelta strategica passata sotto silenzio in città e che ha avuto come effetto quello di ridurre le quote di partecipazione dal 26% al 18%.

Cla.Lat.