Mentre scatta le diffida per andare al voto, prende corpo l’ipotesi che le elezioni regionali possano svolgersi fra più di tre mesi e cioè il 15 e 16 dicembre. E’ ormai remota, infatti, la possibilità che le tre regioni vadano al voto in simultanea come sperava – forse – il Governo e la stessa presidenza della Repubblica. Sarebbe stato un segnale importante per i cittadini, dato che il voto in tre regioni in tre momenti diversi non è il massimo per l’immagine delle istituzioni. Detto che la Liguria vota il 27 e 28 ottobre, la possibilità è che Emilia e Umbria votino insieme. La regione dell’ex governatore Bonaccini, per una serie di dinamiche interne al Pd, ha ormai virato da tempo con forza sul 17 e 18 novembre: lì, infatti, la campagna elettorale è partita da tempo. In Umbria, siccome non si è ancora mosso nulla, c’è l’ipotesi di metà dicembre, anche perché se si decidesse di allinearsi alla Romagna, tra venti giorni scatterebbe la par condicio, mossa che a Palazzo Donini non vedono di buon occhio, anche se con questa data ci sarebbe più tempo per le liste non presenti in Consiglio di raccogliere le firme. Dall’altro lato però imbastire tutte le operazioni post-voto in pieno periodo natalizio, non viene visto di buon occhio dagli Uffici. Vedremo. Intanto, come accennato, Moreno Pasquinelli, candidato del Fronte del dissenso alla presidenza dell’Umbria, annuncia un esposto "alle autorità di pubblica sicurezza" con cui si diffida la presidente Donatella Tesei "dal procrastinare ulteriormente la data delle elezioni regionali". A suo avviso "ogni ulteriore differimento della decisione sulla data da parte della presidente Tesei, costituisce un serio ostacolo alle liste come quella del Fronte del Dissenso che hanno l’obbligo di raccogliere le firme dei cittadini".
M.N.