REDAZIONE UMBRIA

Uso improprio della vettura di servizio Chiesto il processo per dipendente Usl

Giuseppe Pannacci, che respinge l’accusa di peculato, avrebbe utilizzato l’auto anche per il suo incarico di ’dg’ del Gubbio calcio

Uso improprio della vettura di servizio Chiesto il processo per dipendente Usl

Dipendente dell’Usl Umbria 1, Giuseppe Pannacci, avrebbe utilizzato la Lancia Y dell’ufficio per "interessi personali" legati anche al suo incarico di direttore generale del Gubbio calcio, che milita in serie C: per questo la Procura di Perugia ha chiesto il rinvio a giudizio per peculato. Pannacci, tecnico della prevenzione presso l’ufficio di igiene degli alimenti e nutrizione della Usl e responsabile del suo parco auto a Gubbio, in più occasioni si sarebbe appropriato dell’auto di servizio, avendone il possesso per ragioni di ufficio, sia durante la giornata lavorativa che, in alcuni casi, in giornate in cui non risultava essere in servizio. Secondo la ricostruzione accusatoria era infatti "solito utilizzare l’autovettura per attività e commissioni che esulano le normali mansioni lavorative, ma che possono essere ricondotte a interessi personali eo correlati all’incarico di direttore generale nell’Associazione sportiva Gubbio Calcio 1910".

Viene quindi ritenuto responsabile di non aver rendicontato in maniera corretta l’utilizzo del veicolo. Pannacci deve inoltre rispondere di avere attestato "falsamente la propria presenza in servizio mediante l’alterazione dei sistemi di rilevamento della presenza o con altre modalità fraudolente, consistite nell’uso improprio del badge di timbratura". "Abbiamo piena fiducia in chi sta indagando così come abbiamo piena fiducia nei nostri collaboratori dei quali pensiamo che siano persone oneste", questo il commento all’Ansa del presidente del Gubbio calcio Sauro Notari.

Intanto Pannacci, tramite ill suo legale, respinge le accuse. "Il dottor Giuseppe Pannacci – ha detto l’avvocato Ubaldo Minelli (nella foto), dopo la richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura di Perugia con l’accusa di peculato – ha sempre utilizzato l’auto di servizio per finalità istituzionali e non per fini privati estranei agli interessi dell’Usl Umbria 1. "Non c’è stato da parte dello stesso un uso indebito della macchina di servizio, una utilizzazione del mezzo concretizzante i profili di illiceità penale contestati e, tanto meno, un ingiusto vantaggio patrimoniale per il dipendente pubblico. In altri termini, l’utilizzazione del mezzo è sempre riconducibile nell’ambito delle ordinarie mansioni lavorative di dipendente pubblico dell’Usl Umbria 1 e non ha nulla a che vedere con interessi personali dello stesso o correlati al suo incarico nell’ambito del Gubbio calcio".

Secondo l’avvocato Minelli "i fatti contestati nell’imputazione concretizzano, tuttalpiù, casi non punibili di utilizzo meramente episodio e occasionale dell’auto di servizio che non ha determinato un danno patrimoniale apprezzabile, né leso o compromesso seriamente la funzionalità dell’azienda sanitaria dell’Alto Chiascio".