REDAZIONE UMBRIA

Umbria ‘regione-rossa’: alto rischio lockdown

Un tampone su quattro è positivo. L’Iss: "Sistema di tracciamento fuori controllo". Superati i ricoveri di marzo, In un giorno 525 contagi

L’Umbria è una "regione-rossa" per il Covid. Nell’ultimo rapporto dell’Istituto superiore di Sanità (10-17 ottobre) era già zona potenzialmente da lockdown insieme a Emilia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Bolzano, Puglia, Valle d’Aosta e Veneto. Il report dell’Iss pubblicato ogni sette giorni infatti parla del Cuore Verde come a "rischio alto con probabilità alta di progressione", sia perché i servizi sanitari sarebbero meno in grado che altrove di reggere l’urto dell’onda epidemica, sia perché la trasmissione dei dati non è giudicata completa dagli estensori del rapporto. E c’è da attendersi, visti i numeri di questa ultima settimana, che l’Umbria abbia ulteriormente peggiorato le proprie performance. E ieri ne è arrivata la conferma, a cominciare dal preoccupante numero di ricoveri che viaggia ormai su quota di venti al giorno in media e che ha sfondato il triste record di fine marzo, quando in ospedale c’erano 220 pazienti. Ieri si è saliti a quota 228, di cui 77 a Perugia, 63 a Terni e con Pantalla che ha sforato già la quota massima di 30, dato che ci sono 36 malati Covid. E’ bastata una settimana a riempire l’ospedale della Media Valle del Tevere. Gli scenari disegnati dalla Regione indicano che di questo passo il picco di oltre 360 ricoveri verranno raggiunti a metà novembre. Ma la situazione potrebbe addirittura peggiorare. Anche ieri sono stati comunque effettuati circa 4mila tamponi con 525 positivi con un tasso che anche qui ormai supera quello di marzo (era del 12%) e arriva a oltre tredici punti. L’indicazione che viene fornita dall’Istituto superiore di sanità è quella di mettere in atto un lockdown generalizzato oppure a zone, mentre le misure sulla didattica a distanza per le scuole già sono state prese mercoledì scorso. Il numero che impressiona più per la nostra regione è quello della positività sui singoli casi a cui è stato effettuato il tampone: a essere positivi infatti sono il 25%, in pratica una persona ogni quattro sottoposta al test molecolare risulta essere affetta dal virus. A consolare è il fatto che la gran parte è asintomatica o paucisintomatica anche in Umbria, ma i numeri così alti stanno stressando gli ospedali e le Aziende sanitarie, in cui il sistema di tracciamento è ormai saltato. E tutte le regioni come l’Umbria in cui l’Rt è superiore a 1,5 (qui è di 1,75) sono ormai fuori controllo: in Piemonte è a 2,14), e Bolzano 2,05 e la Valle d’Aosta a 2,73. "Il fatto è che col contact tracing, spiega L’Iss, nella gran parte dei casi non si riesce più a risalire all’origine della catena di trasmissione".

Le poche buone notizie arrivano dal numero dei guariti che venerdì sono stati 132, ma per contro resta il numero delle persone che in Umbria sono attualmente positive che hanno superato ormai quota quattromila (4.026). Intanto a proposito di guariti e isolamenti, il presidente di Anci Umbria, Michele Toniaccini, raccogliendo anche il parere e le sollecitazioni di diversi sindaci, definisce "ancora non soddisfacente la soluzione adottata dalla Regione con cui si dà conto delle persone positive e di quelle guarite. E’ una modalità ritenuta da diversi sindaci – spiega - , che l’hanno sperimentata, non efficace ed efficiente, in quanto priva di quegli elementi essenziali che consentono l’emissione delle relative ordinanze, compresa la revoca dell’ordinanza contumaciale per avvenuta guarigione richiesta dalla Asl. Quest’ultima ordinanza consente al soggetto guarito di poter nuovamente uscire di casa, tornare al lavoro o a scuola. I sindaci chiedono aggiornamenti immediati, disponendo, in modo ufficiale, chiaro e univoco, di tutte le informazioni necessarie".

Michele Nucci