
di Sofia Coletti
L’Umbria Film Commission sbarca ufficialmente alla Mostra del cinema di Venezia. Per il primo anno l’istituzione è infatti presente al Lido con una delegazione formata dal direttore Alberto Pasquale, il consigliere Daniele Corvi e la "coordinator" Giulia Brunamonti. "Siamo qui per sondare il terreno, studiare e capire cosa funziona rispetto all’audience nazionale e internazionale. Abbiamo partecipato a incontri tecnici, panel, convegni, preso contatti, dato informazioni. A Venezia si incontrano tante persone, è un’occasione per promuovere l’Umbria e attirare le produzioni".
Il mondo del cinema come vede l’Umbria?
"C’è un interesse sempre più forte – spiega il direttore – e la nostra presenza garantisce un interlocutore per le produzioni. L’Umbria ha una grande varietà di paesaggi, un ottimo tessuto alberghiero ed enogastronomico per l’ospitalità delle troupe, è vicina a Roma. Magari sarebbe interessante non limitarsi solo all’aspetto medievale…".
Da Dante al film Netflix, i set si sono moltiplicati...
"E ci sono tante produzioni che devono partire, spesso coperte da rigorosi accordi di segretezza. Quest’estate un grosso programma televisivo americano ha girato per due settimane a Todi, c’è stata la serie ’Domina’ alla Cascata delle Marmore, giovedì esce ’Uomini da marciapiede’ di Francesco Albanese girato a Todi. E abbiamo contatti con altre produzioni oltre al Film Fund".
Parliamo dei film che arriveranno con il Film Fund 2022 "Il finanziamento della Regione - dice Giulia Brunamonti – è di un milione e mezzo di euro. Il vincitore è ’Eva’, un film autoriale di Emanuela Rossi, le riprese dovrebbero iniziare a fine ottobre con una grande attrice. In estate abbiamo lanciato le audizioni per i giovani protagonisti umbri, prese d’assalto da quasi mille bambini. Tra i vincitori ci sono anche “L’Avversario“ con due grandi attori, “Paura“, un giallo italiano con un famoso interprete americano, “La bolla delle acque matte“ sul terremoto con riprese a Castelluccio"
A cosa state lavorando?
"Il nostro ruolo – prosegue il direttore - è attrarre le produzioni e stiamo investendo molto per rinnovare il nostro sito, a livello di professionisti con un database e di location. Devo dire che il tessuto dei professionisti non è ancora ricco, c’è molto lavoro da fare per la formazione, abbiamo appena fatto a Terni un corso per elettricisti e macchinisti, stanno lavorando tutti. Lamento anche una limitata presenza di imprenditoria cinematografica locale".
Un altro anello debole?
"Gli studi di Papigno, a Terni, su cui bisognerebbe finalmente pronunciarsi. La proprietà è del Comune, la giunta dovrà dire cosa fare: patrimonio da valorizzare, potrebbe essere un’alternativa a Cinecittà".
Cosa c’è ancora da fare?
"La Film Commission – spiega Corvi - è un organo che deve dialogare con tutti i soggetti del territorio, produttori, associazioni, festival, aiutare le maestranze, sostenere i giovani magari con corsi insieme all’Accademia di belle arti e soprattutto colmare la lacuna su produzione e distribuzione locale. E’ un interlocutore per tutti, per questo speriamo di avere presto quella sede operativa che ancora non c’è".
Obiettivi immediati?
"Un incontro di coordinamento con i Comuni – conclude Pasquale - E poi, soprattutto, gli Stati generali dell’audiovisivo in Umbria. Con una punta di amarezza devo dire che molti professionisti sono gelosi di contatti e conoscenze. Ma il nostro ruolo che non è di prevaricazione ma di coordinamento e controllo".