Perugia, 11 agosto 2024 – In Umbria più assunzioni di quelle che erano state previste, grazie al volano del turismo. Due mesi fa, infatti, le aziende del comparto avevano affermato di non essere troppo ottimiste sugli ingressi estivi, tanto che, rispetto al 2023, si evidenziava un segno meno. Ma il presidente della Camera di Commercio Giorgio Mencaroni, nel commentare a giugno il Report del Sistema Informativo Excelsior, curato da Unioncamere e Anpal, aveva avvertito che "la situazione poteva migliorare perché poteva esserci, nelle previsioni delle imprese, un eccesso di prudenza. Inoltre, la campagna promozionale estiva della Regione Umbria, che nel passato ha avuto risultati lusinghieri, deve ancora manifestare tutti i suoi effetti".
E così è stato . Ad agosto, infatti, (mese in cui, insieme a luglio e in parte settembre, la differenza nell’occupazione la fanno le assunzioni nel turismo), le imprese affermano di avere bisogno di 4mila 310 avviamenti al lavoro, 290 in più di quelli dello stesso mese dell’anno precedente. "Un ottimismo che si estende al trimestre agosto-settembre – dice Mencaroni – per il quale le aziende hanno programmato 16mila 290 avviamenti, 340 in più rispetto allo stesso trimestre 2023". Dall’indagine esce però anche un altro spaccato: i profili “di difficile reperimento” nella regione si attestano al 62%, secondo valore più alto in Italia. In questo periodo, infatti, non si riescono a coprire ben 2mila 672 posti di lavoro. Il bello è che in 1.823 casi non si presentano proprio candidati; il resto è per l’inadeguata preparazione.
"Le imprese - osserva Mencaroni - faticano tantissimo a reperire personale e questo problema, che ha anche a che fare con il tema della denatalità, ci sta costando molto anche in termini di Pil. Questa situazione è causata da un disallineamento tra percorsi formativi e bisogni del sistema produttivo. Per risolverla bisogna agire sulla formazione e l’informazione dei giovani, perché sappiano dove è più facile che verranno soddisfatte le loro giuste aspirazioni". Allarme denatalità: negli ultimi cinque anni, in Umbria, nella fascia in età da lavoro (fissata per l’Italia tra 16 e 65 anni), sono sparite 13mila 935 persone. Insomma, un bacino occupazionale sempre più ristretto esempre più anziano.