Guardia di Finanza, scoperta truffa sulle auto usate

Il Tribunale di Firenze ha disposto il sequestro preventivo per oltre un milione di euro

Perugia, 6 dicembre 2021 - I finanzieri del Comando Provinciale di Perugia, su delega della Procura di Firenze, hanno effettuato un sequestro preventivo per oltre un milione di euro nei confronti di imprenditori e società che operavano in tutta Italia.

Il settore in questione è quello del commercio di auto usate. I soggetti coinvolti sono indagati a vario titolo per emissione di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione fraudolenta attraverso l'utilizzo di fatture e documenti per operazioni inesistenti, falsità ideologica  da parte del pubblico ufficiale in atti pubblici.

Il filone investigativo è la prosecuzione delle indagini, iniziate nel 2018 dalla Finanza di Foligno e coordinate dalla Procura di Spoleto, che già avevano portato al sequestro di circa 600mila euro, nei confronti degli stessi soggetti per analoghe vicende.

Le attività nascono da una segnalazione dell’Agenzia delle Entrate di Perugia su richieste di immatricolazioni 'sospette' di centinaia di auto estere usate, provenienti principalmente dalla Germania e dalla Danimarca, che – sebbene relative ad automobili acquistate da persone fisiche residenti, tendenzialmente, nel folignate – venivano inoltrate agli uffici della Motorizzazione civile di varie città italiane - Roma, Palermo, Vibo Valentia, Salerno, Napoli e Arezzo - e, in nessun caso, a quello di Perugia. Dall’incrocio dei dati presenti nella documentazione acquisita e nelle banche dati usate dalla Guardia di Finanza, e anche attraverso i riscontri con gli organi collaterali esteri sono emerse evidenti differenze.

In particolare, dall’interrogazione dell’archivio della Commissione Europea è stato notato che gli autoveicoli usati erano stati ceduti dai fornitori comunitari a società - soggetti passivi d’imposta - residenti nel territorio dello Stato, a differenza di quanto, invece, scritto nei documenti presentati ai vari uffici della M.C.T.C., dai quali risultava che gli acquisti erano stati effettuati da privati, direttamente nel Paese estero, dove quest’ultimi avrebbero pagato l’imposta sul valore aggiunto. La frode era messa in atto con il classico schema dell’interposizione fittizia di società cartiere che, solo formalmente, acquistava da fornitori europei senza pagamento dell’IVA e, sempre cartolarmente, rivendevano alle società umbre con addebito dell’imposta che, di fatto, non veniva versata nella casse dell’Erario.

Le autovetture venivano, infine, date ai clienti finali, con l’applicazione dell’imposta sul valore aggiunto mentre presso gli Uffici della Motorizzazione Civile venivano immatricolate facendo ritenere che l’IVA fosse stata assolta nel paese estero di acquisto del veicolo direttamente cliente, quale “privato acquirente”. La sistematica evasione dell’I.V.A. consentiva nel periodo dal 2016 al 2018 l’immissione nel mercato di n. 280 veicoli con notevoli sconti sul prezzo di acquisto. Ritenuto fondato l’impianto accusatorio formulato dal pubblico ministero, all’esito delle articolate indagini svolte dalla Compagnia di Foligno, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Firenze, ha disposto il sequestro preventivo per oltre un milione di euro. L’operazione, chiamata 'Easy Car', si inserisce nel contesto operativo che vede la Guardia di Finanza in collaborazione con le diverse Procure della Repubblica per la lotta alle frodi a carattere internazionale (frode carosello) e anche per l’aggressione dei proventi derivanti dalla correlata evasione fiscale.