Elisabetta D’Innocenti morì subito a causa dell’esplosione che la travolse. Per Samuel Cuffaro furono quindici minuti di agonia. Morì intossicato dal monossido di carbonio dovuto all’incendio che aveva avvolto, dopo lo scoppio, il laboratorio di Canne Greche, dove i due dipendenti del Green Genetics lavoravano alla produzione di cannabis light. Secondo l’accusa, a provocare lo scoppio sarebbero state le procedure utilizzate per abbassare fino alla soglia di legge il contenuto di thc della canapa. Procedure, è emerso dalle indagini, che erano di fatto state inventate nel laboratorio di Gubbio senza alcun tipo di certificazione e di verifica sulla sicurezza. La canapa, in pratica, veniva lavata in lavatrici industriale con il pentano, sostanza altamente pericolosa, tra l’altro, sempre secondo la ricostruzione accusatoria, stoccata senza alcun tipo di precauzione. Per le morti di Samuel ed Elisabetta ci sono cinque persone alla sbarra, i titolari dell’azienda e di quella dedicata alla commercializzazione della cannabis, e il proprietario dell’immobile, adattato a laboratorio chimico. Le modalità delle due morti sono state illustrate, in aula, dal medico legale Massimo Lancia che, su richiesta della Procura, le indagini sono state coordinate dal pm Gemma Miliani, aveva eseguito l’autopsia sui corpi dei due lavoratori morti nell’esplosione del 7 maggio 2021. I drammatici momenti successivi allo scoppio sono stati proiettati in aula, durante le deposizioni di altri testimoni citati dalla Procura. Nello specifico vigili del fuoco e carabinieri che arrivarono sul posto quando, pochi minuti dopo le 17, un boato scosse il pomeriggio. Quindi, sulla scorta dei video girati durante le operazioni, si sono rivissute le operazioni compiute e il tentativo, vano, di salvare la vita ai due, per i quali non c’era più niente da fare, ma anche i momenti successivi, come le perquisizioni nella sede dell’azienda, l’individuazione dei tanti contenitori di pentano, e il successivo sopralluogo effettuato alla presenza del pm.
Le deposizioni hanno, così, permesso di fissare l’intervento dei soccorritori e le prime fasi di indagine sull’accaduto, con quella presenza di sostanze chimiche che, in base alle deposizioni, aveva inevitabilmente focalizzato l’attenzione di investigatori e soccorritori. Il processo riprende il 28 settembre. In quell’occasione, oltre ai genitori di Samuel Cuffaro, testimonieranno gli altri due operai rimasti gravemente feriti nello scoppio, uno di loro all’epoca era ancora minorenne.