
Il carcere di Capanne a Perugia (foto di repertorio)
Perugia, 21 settembre 2025 – Una detenuta italiana è morta suicida nella mattinata di domenica nella sezione femminile del carcere di Perugia. Lo si è appreso dal garante in Umbria per le persone sottoposte a misure di limitazione della libertà personale, l'avvocato Giuseppe Caforio. Il quale ha espresso «profondo dolore e anche un senso di sconforto e sconfitta».
Per Caforio il suicidio “è un fatto gravissimo in un momento in cui gli sforzi per cercare di migliorare le condizioni nelle carceri umbre si stanno moltiplicando”. "Anche se i risultati tardano ad arrivare” ha rilevato.
L'avvocato Caforio ha ricordato che "si è ancora in attesa della effettiva presa di avvio del provveditorato Umbria-Marche che dovrebbe in qualche modo essere più vicino alle esigenze delle carceri. La situazione permane fortissimamente grave – ha aggiunto – specie se si considera che oltre la dolorosa vicenda odierna, si sono moltiplicate in queste settimane episodi di autolesionismo e di violenza nei confronti della polizia penitenziaria, a testimonianza di un momento veramente difficile. Mi auguro che dopo tanta attesa finalmente si possa avere una svolta che dia concretezza a quei diritti fondamentali spesso violato nelle carceri. Mi riferisco soprattutto a quello di avere carceri in condizioni di umanità ragionevole”.
Il Garante ha infine auspicato "provvedimenti di natura straordinaria che consentano un alleggerimento della pressione sulle carceri”.
''Siamo profondamente addolorati e scossi da quanto accaduto. Ogni volta che una vita si spegne dietro le mura di un istituto penitenziario sentiamo il peso di una sconfitta collettiva. Non possiamo nemmeno immaginare quanto grande fosse il dolore che ha portato questa giovane donna a togliersi la vita, e siamo sconvolti di fronte a questa tragedia che lascia senza parole''. Così la presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti e l'assessore al Welfare Fabio Barcaioli.
''La vicenda ricorda in maniera feroce quanto il tema delle carceri non possa più essere rinviato né trattato come un argomento secondario. Dietro le sbarre ci sono persone che vivono fragilità profonde, spesso aggravate dall'isolamento e dalla mancanza di strumenti di sostegno adeguati – continuano Proietti e Barcaioli – La notizia del Ministero della Giustizia che rende operativo il nuovo Provveditorato per Umbria e Marche con sede a Perugia è un passaggio che attendevamo da tempo e che può segnare una svolta nella gestione del sistema penitenziario, bisogna però nominare al più presto il provveditore per far sì che l'ufficio sia nelle condizioni di operare – proseguono Proietti e Barcaioli – Occuparsi delle carceri umbre è una questione morale oltre che giuridica, che riguarda la dignità delle persone. È urgente affrontare il sovraffollamento, rafforzare il personale, garantire percorsi formativi e porre un'attenzione reale alla salute mentale. Non può essere solo sorvegliare e punire, serve garantire percorsi di reinserimento, supporto psicologico e sostegno alla salute mentale di ogni detenuta e di ogni detenuto. Servono strumenti efficaci per tutelare chi è più fragile, prevenire il dolore che può portare a tragedie come quella di questa giovane donna e offrire opportunità reali di recupero''.
''Ci impegneremo con determinazione per migliorare le condizioni della comunità carceraria, portando con forza all'attenzione nazionale le richieste dei detenuti e dei lavoratori che ogni giorno operano in contesti difficili – concludono la presidente e l'assessore umbri – Oggi quelle condizioni non sono garantite e questo è un limite che non può più essere ignorato''.