Suicidio assistito, la guerra di Laura. "Ho denunciato la Ausl Umbria 1"

Laura Santi, perugina di 48 anni, è affetta da una forma progressiva e avanzata di sclerosi multipla. Ad accompagnarla dai Carabinieri c’erano l’avvocato Filomena Gallo e Marco Cappato. Presentato anche un ricorso d’urgenza in Tribunale: "Il reato contestato alla azienda sanitaria è l’omissione di atti d’ufficio"

Gallo, Santi e Cappato

Gallo, Santi e Cappato

Perugia, 31 maggio 2023 - "Liberi fino alla fine", ossia liberi di scegliere come e quando staccare la spina. Va avanti la battaglia legale di Laura Santi, la 48enne perugina (consigliera generale dell’associazione Coscioni) affetta da una forma "progressiva e avanzata" di sclerosi multipla, che la costringe a vivere in sedia a rotelle. Laura attendere da oltre un anno il completamento della procedura per l’accesso alla verifica delle proprie condizioni ai sensi della sentenza costituzionale 242/2019, per accedere all’aiuto al “suicidio assistito”, da parte della Usl umbra di riferimento.

Oggi ha reso note, durante una conferenza stampa, le azioni legali intraprese a seguito di tali ritardi e omissioni. Innanzitutto, una denuncia nei confronti dell’AUSL Umbria 1, depositata questa mattina assieme al suo suo avvocato Filomena Gallo e Marco Cappato (rispettivamente segretaria e tesoriere dell’associazione Luca Coscioni) al Comando Provinciale dei Carabinieri di Perugia.

In secondo luogo, un’azione in sede civile: un ricorso d’urgenza in Tribunale in cui si chiede un ordine del Giudice nei confronti dell’azienda sanitaria deve adempiere al completamento della procedura di verifica anche delle modalità e il parere del Comitato Etico. Si tratta dello stesso procedimento avviato dal collegio legale dell’Associazione Luca Coscioni nelle Marche per conto di Federico Carboni, il primo italiano ad aver avuto accesso al “suicidio assistito” in Italia, dopo due anni di battaglie legali. La prima udienza relativa a questo ricorso d’urgenza è stata fissata per il prossimo 20 giugno.

 “A seguito della mia richiesta di accedere alla verifica delle condizioni, e dunque ricevere una relazione completa anche del parere del comitato etico per accedere alla morte assistita, sono dovuti intervenire ripetutamente i miei legali, prima per sollecitare l’azienda con diffide ad effettuare le verifiche, poi per chiedere il completamento delle verifiche e l’attivazione del comitato etico. Ma tutto ciò - dice Santi -  non è bastato e si è reso necessario attivare le giurisdizioni, sia quella penale con un esposto che quella civile per vedermi riconosciuto un diritto già pienamente vigente nel nostro ordinamento: non ho ancora deciso di lasciare la vita, ma ho il diritto di essere libera di farlo”.

"Il potere regionale in Umbria è fuorilegge perché nemmeno rispetta le procedure di verifica delle condizioni di Laura. Il Governo nazionale è fuorilegge nell'ostacolare l'applicazione delle regole. Chierdiamo di nuovo alla giustizia di intervenire - conclude Cappato - per garantire i diritti di libertà fondamentali anche nel fine vita".

In molte regioni d’Italia stiamo promuovendo una legge regionale attraverso la campagna “liberi subito”. Attendere tempi indefiniti senza alcuna garanzia sulle procedure, per le persone che soffrono condizioni di patologia grave e irreversibile è profondamente lesivo del diritto alla salute e all’autodeterminazione.