REDAZIONE UMBRIA

Stupra la moglie e maltratta le figlie. Condannato a otto anni di carcere

Orvieto, all’uomo è stata sospesa anche la potestà genitoriale e non potrà svolgere lavori a contatto con minori

Stupra la moglie e maltratta le figlie. Condannato a otto anni di carcere

Violenza sessuale nei confronti della moglie e maltrattamenti ai danni delle figlie minorenni. Con queste accuse il tribunale di Terni ha condannato a otto di reclusione un cittadino straniero con doppia cittadinanza. Oltre alla detenzione è stata disposta come pena aggiuntiva anche la sospensione della responsabilità genitoriale, la misura di sicurezza del divieto di svolgere lavori a contatto con minori e l’obbligo di tenere informati gli organi di polizia sulla propria residenze ed eventuali spostamenti per almeno un anno. Impressionante il contesto di violenze e degrado a cui lo straniero aveva sottoposto per oltre vent’anni moglie e figlie, assistite dall’avvocato Flavia Rizzica. Oltre a stuprare la moglie, l’uomo era solito picchiarla alla presenza delle figlie adolescenti con calci, pugni, schiaffi, tirandole i capelli e con la cintura. La povera donna veniva anche sottoposta a continue umiliazioni e gravi offese che accompagnava con la gestualità caratterizzata da una volgarità fuori dal comune e priva della minima inibizione anche innanzi alle figlie; il tutto in un crescendo di violenza che culminava nella costrizione della moglie a subire rapporti sessuali violenti. Al punto che in una occasione prima di costringerla al rapporto rifiutato, le aveva messo un cuscino sul viso ostruendole la bocca e il naso fino quasi all’asfissia. L’imputato che aveva l’abitudine di esplicitare le proprie fantasie sessuali anche innanzi alle figlie minorenni, e che ha sempre usato appellare la moglie con epiteti ingiuriosi e riferimenti sessuali a dir poco espliciti. Negli ultimissimi anni della convivenza familiare aveva preso anche l’abitudine di minacciare di morte la moglie, affermando sempre in presenza delle ragazzine quindi terrorizzandole, che al fine di farla soffrire ancora di più, prima di ammazzarla e prima di ammazzare al termine dell’azione se stesso, avrebbe fatto assistere quest’ultima all’uccisione di ciascuna delle figlie per sua mano. Tali minacce di morte venivano percepite dal ristretto nucleo familiare come possibili e concretamente realizzabili in molteplici varie occasioni, tanto che queste furono decisive a spingere la moglie a sporgere denuncia dopo tanti anni di violenze, terrore ed umiliazioni.

Cla.Lat.