Studenti e disagio "Il sistema universitario spesso genera malessere. Serve supporto"

Studenti e disagio "Il sistema universitario   spesso genera malessere. Serve supporto"
Studenti e disagio "Il sistema universitario spesso genera malessere. Serve supporto"

In questi primi mesi del 2023 si sono registrati numerosi casi di suicidio legati al sistema universitario nazionale. Un tragico evento è avvenuto anche a Perugia. Male di vivere? Meccanismi troppo competitivi, che mandano in frantumi l’autostima? Parte da queste considerazioni il questionario sul rapporto tra salute mentale e università divulgato da Udu Perugia, sulla base di una iniziativa che ha coinvolto anche altre città italiane. All’indagine, qui in Umbria, hanno risposto 2.700 studenti dei due atenei perugini. I risultati sono stati illustrati nella sede Arci di via Alessi.

"Emergono dati allarmanti - spiegano Raniero Marchetti e Diana Campagna, rappresentanti studenti di Medicina - il 62,9% ha dichiarato di non aver mai intrapreso un percorso psicologico; tra chi lo ha fatto, invece, il 74,5% si è rivolto a privati. Ciò dimostra che sia i consultori, che i servizi Asl e lo sportello universitario, seppur importanti, vengono sfruttati di meno". Nicholas Radicchi (Udu) e Alice Aguiari (Unistra Pg) aggiungono: "A inizio percorso il quadro è discreto, poi per il 66,8% degli intervistati c’è un peggioramento. Dicono che l’università ha influito in modo negativo sul bilancio del proprio benessere. Altro dato rilevante è che l’81,7% dei soggetti usufruirebbe di supporto psicologico. Alla luce dei dati, chiediamo ai due atenei l’istituzione di un servizio psicoterapeutico continuativo e gratuito, l’attivazione di corsi di formazione per docenti finalizzati all’acquisizione di competenze psico-pedagogiche per migliorare il rapporto con i ragazzi, la somministrazione di un questionario che permetta alle università di avere il polso del fenomeno". Sempre secondo i dati raccolti, vengono male percepiti: "il carico di studio, la difficoltà a conciliare lavoro e tempo libero, l’esito degli esami, l’essere fuori corso, il costo dei materiali per lo studio, gli orari delle lezioni, il comportamento dei docenti, le discriminazioni, lo scarso supporto agli studenti con bisogni educativi speciali e i test d’ingresso".

Silvia Angelici