
Minacce, molestie e persino il tentativo di incolparla ingiustamente per un traffico di droga mai avvenuto, arrivando a telefonare al Commissariato di polizia per denunciare in forma anonima che la ex compagna avrebbe smerciato due chili di hashish, nascosti nella ruota di scorta dell’auto e nel giardino della sua abitazione.
In un’altra occasione ancora, fuori da un locale dell’Altotevere, l’avrebbe spintonata a terra facendole battere con violenza la testa e le ginocchia e provocandole un trauma cranico non commotivo e la frattura della rotula. Stalking, lesioni personali, calunnia e sostituzione di persona: con queste accuse un 37enne di Città di Castello è stato rinviato a giudizio dal giudice per l’udienza preliminare Piercarlo Frabotta (foto)e per lui il processo si aprirà a dicembre. L’uomo non avrebbe accettato la fine della relazione con la compagna, minacciando di crearle problemi sul lavoro e perseguitandola con messaggi e telefonate continue (400 chiamate in pochi mesi), dando seguito ad un copione già sentito tante volte.
Dalle minacce, però, sarebbe passato ai fatti, spacciandosi per un medico dell’Usl e rivelando al datore di lavoro della donna notizie riservate sul suo stato di salute, allarmandolo che fosse contagiosa e che la ditta l’avrebbe dovuta allontanare per poi procedere alla profilassi dei locali e dei dipendenti.
Un comportamento che non avrebbe solo procurato allarme e problemi sul lavoro alla ex compagna, ma anche ansia e paura al punto da iniziare ad isolarsi e a cambiare le proprie abitudini di vita.
La donna si è costituita parte civile con l’avvocato Andrea Castori, mentre l’imputato è difeso dall’avvocato Walter Guarini. Dagli ultimi dati emersi dalla relazione per il nuovo anno giudiziario, c’è stato un incremento delle richieste di applicazione di misure cautelari per maltrattamenti e stalking anche alla luce del nuovo "codice rosso". Le misure di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla persona offesa hanno costituito circa la metà delle richieste avanzate dalla procura. Da luglio 2019 a giugno 2020 sono state avanzate 63 richieste di misura cautelare e la metà hanno riguardato i reati in materia di violenza di genere. In dibattimento "va segnalata la rilevante incidenza numerica nel settore monocratico" dei procedimenti relativi a stalking e maltrattamenti in famiglia che, a seguito dell’approvazione del codice rosso "sono diventati assolutamente prioritari". Valentina Scarponi