Spaccio h24 nei boschi di Piediluco: "Cave dismesse per i parcheggi"

Racconto choc di un abitante della zona: il via vai incessante dei clienti, le vedette , i bivacchi e le tane

Spaccio nei boschi intorno a Piediluco. Con organizzazioni articolate, tanto da prevedere aree di parcheggio per i ’clienti’ e scenari tra il Far West e il film horror, in cui il degrado è assoluto sovrano. Scenari da incubo, che descrive un abitante della zona. La questione non è nuova ma perdura e si fa se possibile ancora più grave e strutturata. Non sono mancati nel tempo i blitz delle forze dell’ordine, che evidentemente però non bastano. "La sitazione va avanti da un paio d’anni – racconta tutto d’un fiato il residente –, qui lo spaccio va avanti giorno e notte, un supermercato a cielo aperto attivo 24 ore su 24. Attualmente sono due le zone interessate, strada di Mazzelvetta e, dall’altra parte del lago, strada di Valleprata. In entrambe si parte, non a caso, da cave dismesse che i pusher usano come aree di sosta per le auto dei clienti. I quali, infatti, arrivano, parcheggiano e s’ incamminano sui sentieri che conducono verso il bosco soprastante. Funziona cosi: ad attenderli trovano un primo spacciatore che ha anche il compito di vedetta. E’ lui che consegna lo stupefacente e prende i soldi, ma intanto è pronto ad avvisare i compari nel caso in cui si avvicini qualcuno non previsto. Già perché più in alto, in mezzo alla boscaglia più fitta, ci sono almeno altri tre o quattro pusher che vivono lì in un bivacco permanente. Una sorta di campo-base. Di notte s’ intravedono delle luci, probabilmente bracieri usati anche per il riscaldamento, mentre all’alba si scorgono delle colonne di fumo, forse vapore provocato dalla cucina dei cibi, o forse sempre per riscaldarsi. Sappiamo che scavano addirittura delle tane, per ripararsi dal freddo e per nascondervi la droga e chissà cos’altro. In questi campi base ci sono batterie, materassi e tende, cibo e bevande". Materiale che portano loro? "Sicuramente, ma hanno anche chi li aiuta– continua l’abitante della zona –; è chiaro che ci sia una rete di sostegno a questo fenomeno". Come non immaginare ad esempio che qualche tossicodipendente, per pagarsi la droga, si presenti con viveri o coperte, pietanze o vino. Già, i clienti. "Il via vai è continuo – aggiunge il testimone oculare dello scempio –, ci sono giovanissimi ma anche 50-60enni. Inevitabile anche la deriva sessuale. I preservativi sparsi ovunque. Le forze dell’ordine? Le pattuglie passano e noi segnaliamo in continuazione quello che vediamo. Ci sono stati diversi blitz ma ai pusher poco importa. A distanza di qualche ora si riforma subito il bivacco". E lo spaccio continua.

Stefano Cinaglia