"Soffro ancora lo stigma di un’accusa falsa"

Amanda Knox, quindi anni dopo il delitto di Perugia che costò la vita a Meredith Kercher. L’americana: "Guede? Il carcere non l’ha rieducato"

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Quindici anni fa il delitto che ha stravolto Perugia e che ha distrutto la vita di una famiglia. Quindici anni fa iniziava l’incubo di due ventenni che ne trascorsero quattro in carcere, prima di essere assolti dall’accusa di aver ucciso una loro coetanea. Il delitto di Meredith Kercher è ancora un mistero irrisolto, o risolto solo parzialmente, a seconda dei punti di vista. La verità giudiziaria dice che per quell’omicidio, nel casolare appena fuori le mura di Perugia, in via della Pergola, la sera dell’1 novembre 2007, c’è un colpevole, Rudy Guede, oggi libero dopo aver scontato 13 anni di detenzione. E ci sono due imputati che la Cassazione ha definitivamente riconosciuto innocenti dopo un’alternanza di condanne, assoluzioni e nuovi processi, come sempre si sono proclamati: Amanda Knox e Raffaele Sollecito.

All’epoca si frequentavano da qualche giorno, la sera del delitto erano insieme. Adesso, Amanda, a 35 anni, è sposata, con Chris Robinson, e madre di Eureka Muse che ha un anno. "Sono infinitamente grata di essere viva e di esser stata scagionata – racconta in un’intervista al settimanale “Oggi“ – ma niente potrà restituirmi i quattro anni trascorsi senza motivo in carcere, e niente potrà cancellare il trauma che è stato inflitto alla mia famiglia, ai miei amici e a me. Soffro ancora lo stigma di un’accusa falsa: resterò per sempre la “ragazza che è stata accusata di omicidio“".

Amanda e Chris, nella loro attività a favore della prevenzione degli errori giudiziari e per aiutare chi ne è vittima, producono un podcast, Labyrinths. Inevitabile un riferimento a Rudy Guede, ora libero, dopo la condanna con rito abbreviato. "Penso che, dopo 13 anni in galera, è probabile che Guede non sia più un pericolo per la società – racconta ancora Amanda Knox –. Ma penso anche che il carcere non l’abbia rieducato. Una persona che continua ad accusare degli innocenti del delitto che lui stesso ha commesso, e che si rifiuta di concedere la verità a una famiglia devastata dal dolore". La famiglia di Meredith che si preparava a riabbracciare la ragazza, studentessa Erasmus a Perugia, pronta a tornare a casa con una valigia piena di cioccolato per la madre e piena di ricordi dell’esperienza italiana che aveva appena iniziato. Poi la drammatica notizia che Meredith non sarebbe più tornata perché era stata uccisa nella sua stanza da studentessa, nella città che aveva scelto per inseguire i suoi sogni.