Sanità, la ricetta di Coletto: "Liste d’attesa migliorate . Ripartire meglio le risorse"

L’assessore regionale: "Abbiamo lavorato. C’è ancora molto da fare ma se nel 2019 si aspettavano anche 2 anni per una mammografia ora ci vogliono 5 mesi".

Sanità, la ricetta di Coletto: "Liste d’attesa migliorate . Ripartire meglio le risorse"

Sanità, la ricetta di Coletto: "Liste d’attesa migliorate . Ripartire meglio le risorse"

"Ai cittadini non credo servano delle rassicurazioni sulle liste di attesa, ma fatti: come certificato dalla Fondazione Gimbe, l’Umbria per quanto riguarda il recupero delle prestazioni sospese durante la pandemia, si classifica al quinto posto tra le regioni italiane nel 2022 con l’89% di recupero, percentuale sottostimata perché l’Umbria è la regione che ha recuperato il 100 per cento degli screening già nel 2021. Certo c’è ancora molto da fare, ma posso garantire che non siamo stati con le mani in mano e se nel 2019 si aspettavano anche 2 anni per una mammografia, come il vostro giornale ha raccontato, ora si aspettano 5 mesi".

L’assessore regionale alla Sanità, a colloquio con La Nazione su alcuni temi che affliggono la Sanità umbra, analizza alcuni aspetti legati all’attualità. Come quello dei fondi che dovrebbero arrivare dalla manovra di Governo.

"Va detto – dice Coletto – che siamo ancora in attesa dei 5 miliardi promessi dal ministro Roberto Speranza e mai visti. Questo Governo si è fatto carico di un’eredità pesante e sta con grande energia cercando di risolvere le problematiche lasciate aperte da chi ha governato in passato. E’ vero che le risorse non sono sufficienti e da tempo anche in Conferenza Stato-Regioni ho posto il problema. Ma ci tengo a sottolineare che non si tratta di percentuali (l’Umbria avrebbe chiesto di salire dal 1,5% al 2 ndr), ma è necessario che siano rivisti i criteri che determinano il riparto. Dopo la Liguria, infatti, siamo la seconda regione per popolazione anziana, bisogna tener conto di questi fattori altrimenti nessun calcolo matematico può reggere". E poi c’è la questione delle Case di Comunità da aprire con i fondi Pnrr e che si stanno rivelando in tutta Italia al momento, solo un grande spot, visto che manca nei fatti il personale.

"Non è proprio così – spiega l’assessore -: mettere a sistema le case di comunità richiede un cambiamento di mentalità. Una rivoluzione copernicana che da una visione che mette al centro l’ospedale, passa a una visione con al centro i servizi territoriali. Le case di comunità soprattutto per l’Umbria sono una necessità perché solo così possiamo liberare gli ospedali che dovranno essere sempre di più destinati alla loro mission".

"Per quanto riguarda il personale – continua Coletto – di certo si dovrà assumere nuovi professionisti, ma si punterà anche a una ridistribuzione del personale attualmente operativo che – conclude – in Umbria registra dati migliori della media nazionale".