
Ricordato il sisma del 1997: "Da quell’immenso dolore anche un segno di speranza"
Il ricordo, il dolore e la speranza. Tutto questo, nell’anniversario del sisma che portò morte e distruzione in Assisi, Umbria, Marche. Sono passati 26 anni da quel 26 settembre del 1997 quando due scosse – una alle 2 e 33 (magnitudo 5,6) e l’altra alle 11 e 40 (magnitudo 5,8) fecero piombare nel terrore: persero la vita due tecnici della Soprintendenza, Bruno Brunacci e Claudio Bugiantella, padre Angelo Api, della Comunità del Sacro convento e il postulante Zdzislaw Borowiec a causa del crollo della volta della Basilica Superiore di San Francesco, affrescata da Giotto e Cimabue. L’amministrazione comunale di Assisi ha ricordato quei fatti che colpirono al cuore la città, il dolore nella comunità, le vittime e le loro famiglie, e il lungo e paziente lavoro di ricostruzione. Quel ’Cantiere dell’Utopia’ che, in tempi rapidissimi condusse alla riapertura della Basilica inferiore, l’8 dicembre 1998 e della Basilica il 28 novembre 1999.
"A 26 anni da quella tragedia – ha detto il sindaco Stefania Proietti – vogliamo esprimere la nostra vicinanza a tutte quelle persone che, direttamente e indirettamente, furono accomunate nella sofferenza e un sentimento di gratitudine per coloro che all’epoca si impegnarono nel soccorso e nel sostegno alle popolazioni colpite, dalla protezione civile al mondo del volontariato. Da quell’immenso dolore scaturì anche un segno di speranza perché quel modello di ricostruzione è stato improntato sulla prevenzione oltre che sulla messa in sicurezza. Un grazie anche a coloro che hanno lavorato per restituirci la bellezza del nostro patrimonio artistico ferito dal terremoto".
Nel pomeriggio di ieri, nella Basilica di San Francesco, si è tenuta una celebrazione in ricordo delle vittime.
Maurizio Baglioni