
È stata riaperta da alcuni giorni, in perfetta concomitanza con la festa di San Filippo Benizi, compatrono della città, la chiesa di San Filippo nel rione di Porta Romana. Una riapertura salutata con gioia e trepidante attesa dai fedeli venuti per assistere alle celebrazioni religiose, anche perché questo luogo di culto era chiuso dal lontano novembre del 2016. A causa del sisma erano stati interdetti la chiesa e il collegamento tra la stessa e il vecchio convento dei Frati, che ospita oggi alcuni uffici dell’Usl e la palestra di fisioterapia. Il campanile rappresentava il pericolo maggiore: oggi, con due distinte tranche di finanziamento che hanno permesso prima la riapertura degli uffici e della palestra e molto dopo della chiesa, sono stati realizzati importanti lavori di consolidamento e restauro. A partire dal tetto dell’abside posteriore e da quello ottagonale sopra il presbiterio al ‘corridoio’ verso valle, parallelo a via della Fabbrica. Alle opere strutturali sono seguiti poi lavori di rifinitura non meno significativi, dalla tinteggiatura al consolidamento degli archi interni che sostengono la volta di copertura della navata principale. L’intervento ammonta a 700.000 euro, in parte finanziati dalla Regione con i fondi del terremoto in parte dall’Ordine dei Servi di Maria di cui San Filippo faceva parte. Il progetto e la direzione dei lavori sono stati curati da Fabrizio Gentili e Francesco Boncio.
Nella chiesa riaperta al culto si conservano tuttora le reliquie di San Filippo, morto a Todi nel 1285: fu il primo servita ad essere innalzato all’onore degli altari. Il culto del beato venne approvato da papa Leone X nel 1516, mentre papa Clemente X procedette alla sua canonizzazione il 12 aprile 1671. Susi Felceti