Reliquia rubata, fedeli riuniti in preghiera

Telefonata di solidarietà del cardinale Dziwisz, arcivescovo emerito di Cracovia: fu lui a donare l’ampolla col sangue di Papa Wojtyla

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Mentre i carabinieri lavorano per tentare di individuare i responsabili del furto sacrilego della reliquia di San Giovanni Paolo II, Monsignor Renato Boccardo chiama i fedeli a riunirsi per pregare per il pontefice. A poco più di 24 ore dall’appello dell’Arcivescovo, che chiede di restituire quell’ampolla contenente gocce di sangue del Papa, nessuno si è fatto vivo, ma la comunità cristiana si riunirà questa sera alle 21 proprio in Duomo per uno speciale momento di preghiera. La diocesi Spoleto-Norcia ed in particolare Monsignor Renato Boccardo sono devoti al Papa polacco e la reliquia fu donata al Vescovo nel 2016, durante il pellegrinaggio dei fedeli umbri a Cracovia.

Ad esprimere solidarietà, attraverso una telefonata, a Monsignor Boccardo è stato proprio il Cardinale Stanislaw Dziwisz, arcivescovo emerito di Cracovia che donò la reliquia alla comunità cristiana di Spoleto-Norcia, quando era ancora in carica come Vescovo della Città polacca. Dziwisz, che per oltre 40 anni è stato segretario particolare di Karol Woytila, assicura la sua preghiera e condivide l’appello dell’Arcivescovo Boccardo: "Chi ha prelevato la reliquia – ha detto il Cardinale – la riconsegni presto al Duomo di Spoleto". Dalla Polonia sono giunte varie telefonate e messaggi di vicinanza. Sono molti i legami, infatti, che la diocesi di Spoleto-Norcia ha in quella terra grazie alla devozione dei polacchi a Santa Rita da Cascia. Anche in Italia le persone devote a Papa Woytila sono molte e tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti c’è anche quella di un furto premeditato ed organizzato. I carabinieri della compagnia di Spoleto, coordinati dal Capitano Giulia Maggi, stanno tentando di ricostruire la dinamica del furto. A quanto pare chi ha agito non può aver trafugato l’ampollina prima di domenica perché, secondo una prima ricostruzione, la sacrestana del Duomo ricorda di averla vista l’ultima volta proprio nella giornata di domenica. I militari hanno acquisto le immagini delle telecamere di sistema di videosorveglianza e starebbero sbobinando proprio quelle relative agli ultimi giorni prima del furto.

La cappella dove era custodita la reliquia non è protetta dall’allarme, ma i fedeli non possono accedere e sono costretti a fermarsi davanti ad un cancello alto circa un metro. Difficile pensare che chi ha agito possa essersi impossessato dell’ampolla senza scavalcare il cancello. I carabinieri comunque hanno effettuato diversi rilievi sul posto acquisendo importanti informazioni che potrebbero semplificare le indagini. A quanto è dato sapere comunque esiste un vero mercato nero di reliquie ed oggetti sacri di questo genere e gli inquirenti quindi al momento non escludono nessuna pista.