Regione bocciata sulla spesa farmaceutica

Il giudizio della Corte dei Conti sul bilancio: "Sanità, mancano investimenti e si è sforato sui contratti a tempo determinato"

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Il Covid in Umbria ci è costato 1,8 miliardi di euro. Una cifra gigantesca che dà la misura di quanto la pandemia abbia segnato la vita di tutti noi in questi ultimi due anni e mezzo anche in Umbria. A certificarlo la relazione del presidente della Sezione Controllo della Corte dei Conti dell’Umbria, Archeopita Mondera, avvenuta ieri mattina in occasione del giudizio di parificazione del rendiconto della Regione del 2021. Tanti i temi affrontati, con un focus proprio sulla sanità, che assorbe l’80% per cento delle risorse di Palazzo Donini.

"Anche per il 2021 – ha rilevato Mondera – deve rilevarsi il permanere delle criticità già segnalate nei precedenti esercizi e, in particolare, la sostanziale stasi nel settore degli investimenti, il reiterato sforamento della spesa farmaceutica per acquisti diretti, il superamento del limite di spesa per il costo del lavoro a tempo determinato e la perdurante inadeguatezza del sistema di valutazione dei dirigenti". Queste le quattro "macchie" della nostra Sanità: "Continuano ad emergere criticità e rallentamenti nell’attuazione dei programmi di spesa ammessi a contributo da più anni" ha aggiunto. E sui tagli la Regione resta vaga: "Ha riferito di aver adottato una serie di azioni per il contenimento della spesa, ma fatta eccezione per gli acquisti centralizzati, manca la dimensione finanziaria di ciascun intervento". Anche il procuratore, Rosa Francaviglia, ha rilevato che "la Regione "ha rispettato il tetto fissato per la spesa farmaceutica convenzionata, ma non quello relativo alla spesa farmaceutica per acquisti diretti".

Sezione e procura hanno invitato a mantenere alta la "guardia" sulle società partecipate, arrivando poi alla questione dei trasporti e della gara per l’assegnazione del servizio del trasporto pubblico. "Il contenuto del Bando – ha scritto Mondera – dovrà poter garantire, da un lato, una riprogrammazione dei servizi tale da renderli al tempo stesso efficienti, efficaci e socialmente equi e, dall’altro, un rapporto ricavicosti non inferiore al 35%, ciò al fine di evitare ulteriori decurtazioni a valere sulla quota del Fondo Nazionale Trasporti annualmente attribuita alla Regione. Si auspica, infine – ha detto ancora – un adeguato stanziamento di risorse da parte della Regione, tendenzialmente in termini strutturali, al fine di garantire la totale copertura finanziaria dei complessivi costi dei servizi". E infine un accenno alla ricostruzione post-sisma di cui la Sezione controllo "prende positivamente atto dei progressi registrati negli interventi e raccomanda un costante monitoraggio in ordine all’attuazione degli interventi previsti per garantirne la regolare e sollecita esecuzione".