"Ragazzi, ora bisogna pensare anche a loro"

Gli esperti: "Basta puntare il dito sugli ’untori’. Sono la generazione cui consegneremo il Paese. Servono consulenti speciali nel Cts"

"Ragazzi, ora bisogna pensare anche a loro"

"Ragazzi, ora bisogna pensare anche a loro"

di Donatella Miliani

Niente lezioni in presenza a scuola, niente festa per i 18 anni e nemmeno quella per i cento giorni dalla maturità. Niente gita di fine anno, nè brindisi per la patente. Ma neanche palestra, piscina, calcetto, tennis e quant’altro. Pochi contatti, azzerata (o quasi) la socialità. "Andrà tutto bene", "Passerà" si sentono ripetere i ragazzi dagli adulti: genitori, professori e ’tecnici’. Gli stessi che spesso hanno puntato il dito proprio su di loro, gli ’untori’. Da più di un anno la generazione cui verrà consegnato il futuro del Paese, è alle prese con restrizioni e isolamento.

Quali ripercussioni psichiche avrà tutto questo? Quanti e quali Cts, a partire da quello nazionale, hanno pensato, voluto, ipotizzato di interfacciarsi anche con degli psicologi, pedagogisti, sociologi oltre che tecnici, economisti e ovviamente esperti della sanità? A quanto pare pochissimi. Come se la riapertura delle scuole, la possibilità di fare sport, socializzare tra coetanei ma anche interagire con figure di adulti di riferimento come l’allenatore di calcio ad esempio, fossero un fronte poco importante. Certo, nell’emergenza sanitaria il primo obiettivo è la salvaguardia della salute fisica delle persone. Ma quella mentale, soprattutto nei più giovani è altrettanto fondamentale. E qualcuno comincia a sottolinearlo e a chiedere la presenza di figure specifiche, almeno come consulenti, proprio nelle stanze dei ’bottoni’, quelle dove si prendono le decisioni.

A determinare l’urgenza di queste figure, i dati. A livello nazionale si registrano un preoccupante aumento del numero di suicidi nella fascia di età compresa tra i 10 e i 17 anni e quello dei casi di hikikomori (una forma di ansia estrema che induce all’isolamento totale nella propria stanza). Insomma il disagio dell’età acuito dalla pandemia. Il tema è stato affrontato dal Consiglio comunale di Perugia dove è stato approvato a maggioranza (con la sola astensione del gruppo della Lega) un ordine del giorno presentato dal gruppo consiliare Progetto Perugia: “Disagio sociale giovanile causa Covid-19”.

"Nell’atto – spiega il portavoce Nicola Volpi –, si invita l’amministrazione a fare in modo che il Comune di Perugia diventi portavoce presso la Regione Umbria affinché si valuti la riapertura, non appena ci sarà la possibilità dettata dall’andamento dei contagi. Regole chiare e adeguate all’emergenza in corso per riaprire quegli spazi di socialità: scuole, oratori, attività sportive giovanili, capaci di donare ai ragazzi quella vita sociale e relazionale indispensabile per la formazione di ognuno di essi".

Come?

"Definendo, laddove si ritenga necessario, modelli organizzativi in collaborazione con i soggetti gestori per rendere fruibili quanti più spazi di socialità nel rispetto delle misure di sicurezza. Di recente – dice ancora Volpi citando il parere di esperti neuropsichiatri –, è emerso come disagio e depressione siano destinati a crescere specie tra adolescenti e preadolescenti in questo periodo di isolamento forzato e di pressione psicologica. Per non parlare delle situazioni familiari difficili in cui sono anche più esposti alla violenza domestica. Diventa, così, importante, come ha sottolineato lo psichiatra Richard Friedman in un articolo sul New York Times, che professionisti della salute e genitori interagiscano con gli adolescenti per comprendereaccogliere il loro dolore, e promuoverne l’accettazione finalizzata all’adattamento". Quindi l’appello.

"Sarebbe anche necessario – dice ancora Volpi citando l’Ordine del giorno –, promuovere nuovi servizi di salute mentale pensati specificamente per l’adolescenza. Non si può trascurare il fatto che gli adolescenti necessitino, per il loro sviluppo, di un contatto regolare con i coetanei, e anche di relazioni “strette” con gli adulti fuori casa, come insegnanti e allenatori. Diventa fondamentale, in questa fase pandemica, preparare i genitori a riconoscere nei loro figli sintomi depressivi e segnali preoccupanti... I ricercatori, inoltre, suggeriscono che la solitudine sperimentata dai giovani durante le misure di contenimento della malattia per Covid-19 può influire sulla loro futura salute mentale. Pertanto, raccomandano un supporto preventivo e un intervento precoce per affrontare i bisogni di salute mentale di bambini e adolescenti durante la pandemia".

Se potesse cosa chiederebbe al Cts della Regione Umbria?

"Di valutare l’opportunità di interfacciarsi con figure specifiche in grado di fornire indicazioni utili per aiutare i più giovani a reggere l’urto della pandemia evitando i pesanti effetti psichici che l’isolamento prolungato comporta".