Non è purtroppo la prima volta che gli umbri restano gabbati da ‘questioni’ finanziarie, anche se ebbero per protagonisti consulenti in carne ed ossa, rispetto alla vicenda di ‘Exchange 2139’. Uno dei casi più noti fu quello di Fontignano, dove 24 anni fa un broker scomparve con i risparmi dei cittadini del suo paese - circa dieci miliardi di vecchie lire, oltre cinque milioni di euro - e si rifugiò in Svezia, prima di consegnarsi dopo alcuni mesi alla polizia: alla fine scontò tre mesi tra il carcere e i domiciliari in un convento. L’uomo raccontò di una regia occulta dietro la sparizione dei soldi che non si trovarono mai. Probabilmente l’ex promotore finanziario aveva messo in piedi il solito gioco di scatole cinesi dei broker senza scrupoli e poi, alla fine, finì i soldi da restituire. La parola fine a questa storia la giustizia l’ha messa nel 2005 con la sentenza definitiva di patteggiamento a due anni e mezzo di reclusione e 30mila euro di risarcimento simbolico nei confronti dei gabbati, circa 250 euro a testa. Ma le vicende dei broker tengono banco soprattutto nei piccoli borghi dove si affidano i soldi all’amico dell’amico. Altro caso nel 2002 con un ex politico di Gualdo, un buco-truffa da tre milioni di euro: anche lui patteggiò. Città di Castello fu teatro, nel 2010, di un’altra storiaccia di risparmi bruciati: cinque milioni di euro inceneriti ai danni di una ventina di risparmiatori dell’Altotevere e un broker di Sansepolcro, indagato per truffa.
CronacaQuanti broker fuggiti con i risparmi