Perugia, segnali di rallentamento E la variante inglese circola ‘poco’

Nei due studi di prevalenza effettuati in Umbria registrata una presenza del 6,4 e 17 per cento. Ma intanto il contagio riferito alle località più grandi fa sentire i propri pesanti effetti a Foligno

In due studi di prevalenza eseguiti in Umbria per scovare la presenza della variante inglese è emerso che in un caso l’aveva contratta solo il 6,4% dei positivi, in un altro il 17%, in piena media nazionale. A rivelarlo è la professoressa Antonella Mencacci, direttore dall’Istituto di Microbiologia dell’Università di Perugia. "Nel primo di studio di prevalenzaeffettuato il 3 e 4 febbraio, tutti e 22 i campioni inviati senza gene S e sequenziati sono risultati con variante inglese. E su un totale di positivi pari a 346 la prevalenza era del 6,4%. Poi il 12 è stato fatto un altro studio, sempre su campioni che non avevano il gene S (senza sequenziamento) e stavolta erano il 17%, leggermente inferiore alla media (17,9)". Insomma, a quanto pare la variante inglese non sta impazzando in Umbria. "Il valore dal punto di vista della significatività non è eccezionale – spiega Mencacci –. Risultati così diversi dipendono dal denominatore. Se ad esempio abbiamo tanti tamponi negativi dato che quel giorno si fa la sorveglianza dei sanitari, il numero dei positivi è minore. Al contrario, se tampono i cluster di tutta l’Umbria la presenza di positivi è più alta e quelli con variante inglese saranno una percentuale minore".

Intanto spuntano segnali che, se confermati, potrebbero essere sentore di una prima frenata. Riguardano il capoluogo, in zona da rossa da più di due settimane. A Perugia i nuovi positivi da una settimana all’altra sono diminuiti del 20%. Erano 609 quelli scoperti tra l’1 e l’8 febbraio; sono 488 dal 9 fino a ieri. Meno 121 casi in una settimana. Conforta anche il numero dei ricoveri: sono stati tre in meno in questi ultimi otto giorni, mentre la settimana passata erano 24 in più. Anche qui il dato va preso con le molle, poichè il calo rispetto ai positivi si manifesta con 15 giorni di ritardo. Ma il numero delle vittime resta drammatico: a Perugia la settimana passata ce ne sono state quasi 4 al giorno, contro le due di quella precedente. Restando alle città di una certa dimensione in zona rossa da 15 giorni, Foligno ha i dati più preoccupanti. I nuovi positivi nelle ultime due settimane hanno subito variazioni meno importanti, passando da 303 a 265. Va meglio a Gubbio: i nuovi positivi sono passati dai 70 degli otto giorni tra l’1 e l’8 ai 50 di questa ultima settimana.

Michele Nucci