"Perugia non è una città per ciclisti ma i rider sono troppo spericolati"

L’assessore alla viabilità Luca Merli: "In passato non è stata mai presa in considerazione la necessità dell’utilizzo delle due ruote in città. Oggi si moltiplicano quelle elettriche, ci sono progetti per incentivarle"

di Daniele Cervino

Perugia non è una città per ciclisti. Almeno a giudicare dalla mancanza di percorsi dedicati lungo le strade e dalla frequenza di incidenti in sella alle due ruote. La tragedia di Ponte Valleceppi ha sconvolto l’Umbria e la morte di un ragazzino di appena 11 anni, che stava andando in bicicletta, ha acceso i riflettori sui rischi che si corrono lungo le strade. "Siamo tutti sconvolti per quanto accaduto - spiega l’assessore comunale alla viabilità, Luca Merli - A nome del Comune, esprimiamo cordoglio e vicinanza alla famiglia del piccolo".

Strade strette, spesso a senso unico. Lingue di asfalto senza corsie e passaggi ciclabili, buche e salite. Gli ostacoli per chi ama la bici sono numerosi. "Perugia, per la sua morfologia, non è adatta a chi vuole andare in bicicletta – ammette Merli –. Non siamo in pianura, come ad esempio Padova e Parma. E purtroppo in passato, nella struttura e nella costruzione viabilistica e stradale del territorio, non è mai stata presa in considerazione la necessità legata all’uso delle due ruote. Negli ultimi anni invece si è tentato di valorizzare e incentivare questo utilizzo, a partire dai percorsi lungo il Tevere e dalla pista ciclabile costruita a Madonna Alta. Continueremo su questa strada". Anche perché sebbene l’auto sia ancora oggi il mezzo preferito per gli spostamenti urbani, cresce l’interesse per i mezzi alternativi e sostenibili. Così oggi, biciclette e monopattini sono presenti in numerose famiglie perugine. "Si sono moltiplicati i veicoli a pedalata assistita, e tanti perugini iniziano ad usarli anche per raggiungere il posto di lavoro in pieno centro - continua l’assessore - Stiamo tenendo in considerazione questa nuova tendenza nello sviluppo viabilistico e urbanistico della città. Ci sono progetti importanti che stiamo portando avanti e che puntano a collegare parte di piste ciclabili alle nostre aree verdi. Certo non potremo mai avere in centro zone dedicate perché il territorio non ce lo permette".

A preoccupare pero’ sono i ’rider’, i fattorini, ragazzi, ma anche over 40 che tramutano un ordine su Internet – di cibo, ma non solo – in una consegna a domicilio. C’è chi pedala contromano, chi sfreccia sui marciapiedi suonando ai pedoni che si trovano in traiettoria e altri, la sera, che girano a luci spente e senza giubbotto catarifrangente. Anche Perugia fa i conti con un numero sempre crescente di ciclisti che tengono comportamenti pericolosi per i pedoni e per la loro stessa incolumità. "Chi utilizza la bici per lavoro deve rispettare le norme della viabilità ed essere più responsabile - tuona Merli –. A volte questi giovani sfrecciano ad alta velocità nelle aree pedonali, in Corso Vannucci o in via Oberdan. Scendono scale, percorrono strade in contromano, anche di sera. L’incidente è dietro l’angolo, si espongono a rischi molto alti ma li fanno correre anche a pedoni e automobilisti. Il codice della strada va sempre rispettato".