SOFIA COLETTI
Cronaca

Peppe Servillo: "Il mio omaggio a Lucio Dalla"

L’attore-cantante racconta il concerto di Trevi con Girotto e Mangalavite. E da domani è in tour per l’Umbria con “L’Histoire du soldat“

di Sofia Coletti

Peppe Servillo protagonista indiscusso in palcoscenico: l’attore e cantante torna in Umbria con due diversi spettacoli che svelano il suo talento poliedrico e raffinato. Da domani eccolo come voce recitante e autore della rilettura ne “L’Histoire du soldat“, capolavoro del teatro musicale del Novecento di Igor Stravinskij che l’associazione In Canto porta in scena domani al Teatro del Carmine di Orvieto, martedì all’Auditorium San Domenico di Foligno, mercoledì all’Auditorium Santa Cecilia di Perugia, sempre alle 21, sabato al Secci di Terni alle 18. Con la regia di Graziano Sirci, le meraviglie dell’arte della sabbia di Paola Saracini e Fabio Maestri alla guida dell’Ensemble In Canto. In mezzo al tour, giovedì 24 alle 21 Servillo sarà con Javier Girotto, sax soprano e baritono e Natalio Mangalavite, pianoforte, tastiere e voce (insieme nella foto sotto), al Teatro Clitunno di Trevi con “L’anno che verrà. Canzoni di Lucio Dalla”: un concerto-omaggio per la stagione di Tourné (prevendite da domani su TicketItalia) che l’artista racconta con passione.

Servillo, come è nato questo omaggio a Lucio Dalla?

"Ci pensavano da tempo, al di là del rituale degli anniversari. Con Javier e Natalio abbiamo pubblicato tre dischi originali, qui abbiamo deciso di mettere alla prova il mondo della musica latina e del jazz con la scrittura di Dalla".

Come avete scelto le canzoni?

"Ci sono i titoli più importanti ma anche atri meno noti, che per raccontano ugualmente questo grande autore. E poi, è ovvio, abbiamo selezionato il repertorio in base alla nostra inclinazione e capacità di rileggerlo. Di certo non possono mancare 4 marzo, Anna e Marco, Tu non mi basti mai. E per me anche Felicità".

A cosa punta questa rilettura?

"Nel nostro piccolo abbiamo cercato di evidenziare il valore della scrittura di Lucio che nel repertorio d’autore racchiudeva un’anima profondamente popolare. Aveva un modo di scrivere apparentemente “storto“ nelle strofe, un recitar cantato, una melodia mai ripetitiva perché si risolve in una grandissima cantabilità".

Il titolo è un augurio?

“Nella canzone “L’anno che verrà“ Dalla accenna, con la sua indole da profeta popolare, alle possibilità del mondo a venire, con ironia e profondità. Visto l’anno che abbiamo passato ci associamo a lui in questo augurio".

Cosa significa tornare a fare musica dal vivo?

"Ha un valore immenso, ancora più di prima. Dopo la pandemia lo spettacolo dal vivo può davvero contribuire al calore delle relazioni umane".

I suoi legami con l’Umbria?

"Ho un ricordo particolare legato ad Amelia, per il debutto, anni fa, de “L’Histoire du soldat“ che riprendo adesso. Il bello è che ogni piccolo paese come Amelia rispecchia perfettamente l’intera regione, nello splendore, nella quiete, nella santità e nei colori. Un miracolo, per me"