Peculato, quattro indagati del Pd. ‘Trentamila euro in feste dell’Unità’

Spese pazze, Locchi convocato in caserma dalla Finanza

Renato Locchi

Renato Locchi

Perugia, 22 marzo 2018 - Quattro indagati, tra cui Renato Locchi. Una sfilza di episodi di peculato e una contestazione di illecito finanziamento ai partiti. Eccolo l’ultimo – o quasi – atto d’accusa della Procura della Repubblica nell’ambito dell’inchiesta sulle cosidette «spese pazze» in Regione. Un avviso di conclusione delle indagini atteso e annunciato, notificato nelle ultime ore al diretto interessato, appunto l’ex sindaco Locchi, poi capogruppo regionale Pd, da parte della Guardia di finanza che ha svolto gli accertamenti coordinati dal pubblico ministero Paolo Abbritti sulle rendicontazioni dei gruppi consiliari di Palazzo Cesaroni tra 2011 e 2012.

Le spese contestate dalla Procura ammonterebbero per il Pd a oltre 60mila euro – secondo quanto emerge – ma trentamila sono ritenuti illeciti per quanto riguarda il finanziamento delle feste dell’Unità a Perugia, Foligno e Spoleto. Manifestazioni che il Partito democratico, stando alla ricostruzione accusatoria, avrebbe pagato con i soldi del partito come spese istituzionali, quando non lo erano.

Ma l'avviso al Pd non è l’unico recapitato nelle ultime ore dalle Fiamme Gialle. Anche Olivier Dottorini, all’epoca capogruppo dell’Italia dei Valori, è chiamato a difendersi dall’accusa di peculato. Avrebbe trasferito le somme erogate dal Consiglio regionale dal conto del Gruppo a un libretto al portatore intestato allo stesso Dottorini. Denaro (circa 40mila euro) con cui – nella ricostruzione della Procura – il consigliere avrebbe pagato ‘in nero’ alcuni collaboratori. Altri cinquemila euro sempre come contributi per il funzionamento del gruppo dell’Idv sarebbero stati spesi per saldare una fattura alla tipografia, risultata falsa perché già emessa per differente importo nei confronti di un altro nominativo.

Nel carnet delle spese contestate a Dottorini anche ristoranti, alberghi, acquisto di libri, telecamere. ‘Appena’ 851 euro sono i rimborsi chilometrici che non sarebbero giustificati da appuntamenti istituzionali. In tutto circa 50mila euro di cui l’ex rappresentante del Movimento di Di Pietro deve fornire spiegazioni alla magistratura.

Locchi, i consiglieri del Pd e Dottorini sono solo gli ultimi di una lunga lista di indagati: da Franco Zaffini a Fiammetta Modena, da Damiano Stufara a Roberto Carpinelli. Ma anche Sandra Monacelli, Silvano Rometti e Massimo Buconi. E l’elenco non è ancora finito.