Parco eolico, le ragioni del “no“

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Un documento di oltre 500 pagine per demolire il progetto del mega parco eolico da sette pale alte 200 metri che si vorrebbe far sorgere a cavallo tra Umbria e Lazio, ma anche per proporre idee alternative. E’ quello elaborato dall’associazione Biodistretto del lago di Bolsena che ha presentato le proprie osservazioni al progetto già da tempo depositato al ministero della Transizione ecologica. Le contestazioni avanzate dagli specialisti del Biodistretto riguardano cinque punti critici del progetto che si teme possa produrre una serie di effetti negativi sul territorio. Gli ambientalisti segnalano innanzitutto i rischi legati alla possibile rottura o al distacco di una pala o al ribaltamento della turbina che, date le dimensioni, potrebbero avere effetti estremamente pericolosi per l’incolumità delle persone. Vengono anche segnalate le carenze per quanto riguarda lo studio faunistico e il monitoraggio ornitologico e l’incidenza negativa che l’impianto produrrebbe sui percorsi paesaggistici e archeologici. Il Biodistretto segnala ai tecnici del ministero anche la grave mancanza di progetti alternativi per produrre energia in quella zona. "Siano benvenute e incentivate tutte quelle tecnologie con suffisso micro, mini e medio, capaci di supportare la fondazione di una comunità energetica, orientata oltre la mera autosufficienza energetica – dicono dal Biodistretto – non sarebbe più saggio, per quanto riguarda le mega-installazioni, prendere in considerazione aree che siano già degradate, soprattutto per il fotovoltaico, nonché la realizzazione di parchi eolici offshore ad alta efficienza e ridotto impatto ambientale?".