
La sua barbieria è la una delle più antiche d’Italia, incorniciata com’è da un bellissimo portale in legno che risale al 1869. Un salone d’altri tempi, dove il tempo sembra essersi fermato, icona di uno stile, espressione di un’arte. Paolo Bertini, meglio conosciuto come il Paolo di Corso Cavour, nel centro storico cittadino, è stato scelto come volto della nuova campagna di comunicazione di Proraso, insieme a pochi altri barbieri italiani, e immortalato in posa davanti alla vetrina del suo salone. Lo spot, in onda in tv su tutte le emittenti nazionali ed estere, con grandi spazi anche su quotidiani e web, si fa portavoce della migliore tradizione artigiana nel mondo e il fatto che ci sia, tra quei volti, anche un barbiere tuderte, dà lustro alla città. Paolo, classe 1948, ha iniziato a calcare quella bottega nel lontano 1964, quando era appena quindicenne, e da lì non se ne è mai andato, a parte la ‘parentesi’ del servizio militare nel 1968.
"Mi è sempre piaciuto il contatto con i clienti – racconta – anche se prima si fermavano di più a parlare, ora vanno tutti di fretta. Quando si stava aperti la domenica mattina, qualcuno veniva alle 9 e andava via alle 13. Sono tante le storie che ho sentito narrare negli anni". Un’intera vita, quella di Paolo, consacrata al taglio di capelli e alla cura di barba e baffi, condivisa con la moglie Stefania, titolare fino ad alcuni anni fa di un negozio di parrucchiera accanto alla barberia del marito, poi trasferitasi nella centrale Piazza del Popolo. Paolo vive a 100 metri dalla barberia ed effettua rasature che i più giovani non fanno più. Rigorosamente senza appuntamento. Si va lì e ci si siede sulle amabili poltrone degli anni Cinquanta. La sua collezione di stampe antiche, i suoi abili gesti nel taglio – forbici e pettine in mano – riportano a eleganza e atmosfera d’altri tempi. "La storia della barberia risale a più di 150 anni fa - spiega Paolo – venne aperta da Vespasiano Morandi, patriota e cugino di Luigi Morandi, senatore, filologo e precettore di Vittorio Emanuele III". Il mascherone posto sopra l’insegna e le decorazioni floreali sono state scolpite da Giuseppe Frenguelli, uno dei più noti scultori umbri di fine Ottocento, che realizzò anche il monumento a Garibaldi nell’omonima Piazza. Oggi il salone mantiene intatto il suo fascino, oggetto di scatti da parte di turisti italiani e stranieri: un settimanale olandese gli ha dedicato un intero servizio; della vetrina, simbolo del negozio, esiste una gigantografia in una barbieria americana.
Susi Felceti