
"Ospedale senza primari e infermieri". Chiesto un incontro alla Regione
L’ospedale di Città di Castello e la carenza di personale medico con relativi disservizi, ancora nell’occhio del ciclone politico: "Attualmente sono vacanti i primariati dei reparti di Ginecologia, Cardiologia, Medicina e prossimamente lo saranno altre strutture complesse a causa di pensionamenti. Risulta non rinviabile andare a nominare i primari, figure fondamentali per i reparti, tenendo anche conto che medici di spessore rappresentano una figura attrattiva per l’utenza". E’ solo una parte dell’interrogazione presentata al sindaco dai consiglieri comunali Loriana Grasselli, Luigi Gennari e Ugo Tanzi (Socialisti per Castello).
"La Usl Umbria 1 ha intenzione di indire i concorsi per la copertura dei primari mancanti, già autorizzati a livello regionale? Ricordiamo che a Gubbio il primario di ginecologia è già stato nominato pur avendo meno parti di Città di Castello", chiedono i rappresentanti dei Socialisti che sollecitano "un incontro con i vertici istituzionali della Regione in tema di sanità assieme al direttore della Usl Umbria 1 in consiglio comunale".
La questione è ormai un fronte aperto a Città di Castello anche a seguito della riforma del sistema umbro che pone l’ospedale come presidio Dea di primo livello, essendo punto di riferimento per l’intera Alta Valle del Tevere e per molti territori extra-regionali. Purtroppo però, come sancisce l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionale, c’è un trend in aumento degli umbri che si curano fuori regione e l’Altotevere non ne è esente. Tra i reparti in sofferenza vengono segnalati nel documento dei Socialisti quello di Diabetologia dove "dal mese di marzo 2023 un medico a tempo pieno è stato trasferito ad altra sede e non è ancora stato sostituito". Indice puntato ancora sulla riforma regionale che taglia "le strutture complesse di radioterapia e chirurgia plastica, utili e necessarie a compendio della breast unit, ed eccellenze nel nostro ospedale. Vorremmo infine sapere quando la giunta regionale autorizzerà l’assunzione degli oltre 40 infermieri e medici rianimatori necessari per l’incremento previsto di 12 posti letto di terapia intensiva e 14 posti letto di semintensiva" aggiungono i tre consiglieri di maggioranza che chiosano in modo polemico: "Dal ridimensionamento i reparti tagliati avranno meno risorse da investire, in personale, macchinari e per la prevenzione".