REDAZIONE UMBRIA

Dentro l’ospedale da campo della Regione. Gli ’ultimi’ ricoverati con il Covid

Dall’apertura ci sono stati 147 malati in subintensiva. Il primario: "Sotto le tende poca luce ma le strumentazioni sono all’avanguardia"

Nell'ospedale da campo a Perugia

Perugia, 25 aprile 2021 - Sono rimasti quattro malati Covid in tutto sotto la tenda delle polemiche, pronati per aumentare l’ossigenazione ma vigili impegnano il tempo grazie allo smartphone e alla televisione. "Ma nei giorni più difficili ne abbiamo ricoverati anche 12 insieme e dall’apertura (il 10 marzo scorso, ndr) ne abbiamo avuti 147. Ora la curva epidemica sta scendendo e quindi abbiamo un’occupazione piuttosto bassa", spiega il primario del pronto soccorso Paolo Groff che ha trasferito nell’ospedale da campo, voluto dalla Regione, con il finanziamento di Banca d’Italia, l’Osservazione breve dell’emergenza, praticamente un reparto Covid a tutti gli effetti, allestito dentro i tendoni bianchi sul parcheggio del Santa Maria della Misericordia ma con dotazioni all’avanguardia. Una strategia decisa per differenziare in sicurezza i percorsi Covid al pronto soccorso (i pazienti conclamati arrivano direttamente all’ospedale da campo), consentire l’avvio di lavori di ristrutturazione per 4 milioni di euro e utilizzare la struttura, finita anche nell’occhio del ciclone della magistratura contabile.

Dentro l’ospedale (dove siamo potuti entrare) allestito accanto alla struttura dell’Esercito per Covid a bassa intensità, sono rimaste deserte le due aree di Terapia intensiva da quattro letti ciascuna e la degenza ordinaria. Vengono occupati i posti della subintensiva in cui sono ricoverati tre uomini e una donna: complessivamente al Santa Maria ci sono 52 pazienti covid di cui 14 in Intensiva. Ma, in caso di necessità, l’ospedale da campo può ospitare trenta pazienti.

«Ogni unità è dotata di gas medicali, pompe di infusione dedicate, di un ventilatore di alta fascia e di una postazione di monitoraggio individualizzato e centralizzato e abbiamo una dotazione cospicua di ecografia portatili che hanno un’alta sensibilità per lesioni polmonari da Covid-19 – spiega Groff – . Abbiamo installato una televisione per far mantenere ai pazienti rapporto con il mondo circostante. Soprattutto i più anziani sono a rischio di sviluppare forme di dissociazione. La carenza di luce nelle strutture campali può provocare effetti psicologici".

Al lavoro un’equipe di 7-8 medici (almeno uno per turno) e due squadre di infermieri.

Eri.P.