Non c’è pace per i piani regolatori del Comune di Spoleto. Il documento urbanistico per eccellenza non da tregua all’ente pubblico e dopo le note vicende relative all’annullamento del Prg del 2008 ora è a rischio anche la variante approvata nel mese di febbraio prima della sfiducia al sindaco De Augustinis. Un cittadino infatti si è appellato al Tar per chiedere l’annullamento delle delibera del consiglio comunale per l’approvazione della variante del Prg.
Uno dei motivi principali del ricorso è la presunta incompatibilità di una decina di consiglieri comunali e le modalità di analisi e votazione delle varie osservazioni presentate dai cittadini. In merito al ricorso, con una nota, "l’amministrazione comunale conferma la legittimità delle decisioni prese in sede di Consiglio comunale e dell’iter autorizzativo seguito per l’approvazione della variante al Piano Regolatore Generale Parte Strutturale. Il Comune di Spoleto provvederà comunque a costituirsi in giudizio, rappresentato dal proprio ufficio legale, per difendere le ragioni dell’Ente".
In attesa del giudizio del Tar, il Comune deve far fronte alle problematiche scaturite dal primo annullamento che stanno avendo ripercussioni anche sul fronte dei tributi, perché ancora oggi sono molti i cittadini che si appellano alla commissione tributaria provinciale e regionale per chiedere l’annullamento dell’imposta Imu sui terreni divenuti edificabili proprio in seguito al PRG del 2008, sanato con delibera di consiglio comunale del 2014. Ebbene, sul fronte dei tributi, per l’ente pubblico la situazione diventa particolarmente critica perché giovedì è arrivata la prima sentenza della Suprema Corte di Cassazione, sul ricorso di una cittadina, non di certo favorevole per il Comune. I proprietari dei terreni resi edificabili con il piano regolatore annullato dal Tar dell’Umbria e dal Consiglio di Stato e poi sanato con delibera di consiglio comunale del 2014 non dovranno pagare l’IMU chiesta dal Comune.
La Corte di Cassazione ha stabilito che l’atto sanante non riguarda i tributi e che quindi l’ente non avrebbe potuto applicare l’IMU sui terreno divenuti edificabili. L’imposta fu addirittura applicata a partire del 2008, ma la Corte ha sancito anche l’illegittimità della retroattività. Un duro colpo per il Comune che ora dovrà rivedere sicuramente i conti relativi ai residui tra cui c’è anche l’Imu inevasa da parte di quei cittadini che hanno impugnato l’accertamento.