Cade da cavallo, morta l’avvocatessa: fatale la frattura alla base cranica

Sì all’espianto degli organi. La donna portata in auto all’ospedale

Ospedale

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Passignano sul Trasimeno (Perugia), 19 giugno 2018 - L'incidente è divenuto tragedia nel tardo pomeriggio di lunedì. Quando i medici del Santa Maria della Misericordia hanno dato inizio alle operazioni di accertamento morte. Licia Lucaccioni, avvocata perugina di 45 anni, non si era mai ripresa dal pomeriggio di sabato, quando è rimasta vittima di una caduta da cavallo in un’azienda agricola di Passignano sul Trasimeno.

I medici dell’ospedale perugino, dove la donna era arrivata trasportata in auto dal marito, avevano da subito mantenuto riservata la prognosi. Le sue condizioni erano apparse da subito gravissime a causa della frattura alla base cranica, il trauma cranico e grave emorragia cerebrale.

A riferire l’accaduto ai sanitari e ai poliziotti del posto fisso è stato proprio il marito della donna, che ha raccontato di come sabato lui e la moglie fossero andati a pranzo all’agriturismo e che lei nel pomeriggio ha deciso di cavalcare. La donna, esperta cavallerizza, sarebbe montata «a pelo» sull’animale, cioè senza sella, il cavallo a un certo punto si sarebbe imbizzarrito e quando la donna ha tirato le redini si è impennato. La 45enne è caduta e l’animale le è piombato addosso provocandole le ferite da cui non si è mai ripresa.

Immediatamente è scattata la richiesta di soccorso, i presenti hanno chiamato il 118 ma l’ambulanza non è riuscita a raggiungere il luogo dell’incidente, veramente difficile da rintracciare se non si conosce perfettamente il territorio. Si trova infatti nel comune di Passignano ma in una frazione collinare immersa nel bosco e al confine con la zona del Trecine. Così il marito e l’amico titolare dell’azienda agricola devono aver deciso di partire autonomamente alla volta dell’ospedale caricando la donna ferita e priva di conoscenza in auto.

Adesso sarà la Procura di Perugia a decidere che tipo di accertamenti andranno svolti anche con il contributo dei carabinieri della stazione di Passignano. Al momento il magistrato di turno avrebbe stabilito che tutti gli esami svolti dalla commissione medica che si è occupata di valutare la possibilità dell’espianto organi, ottenendo dai familiari il consenso al prelievo, sono sufficientemente accurati e coerenti con quelli che avrebbe disposto in una eventuale autopsia. Pertanto non è stato necessario disporre che la salma fosse messa a disposizione dell’autorità giudiziaria.