"Monteluce allo stremo, ma non molliamo"

Lo storico bar Loris è una delle poche attività rimaste aperte. "Ex ospedale, promesse tradite. Doveva essere città-modello, è abbandonata"

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di Roberto Borgioni

PERUGIA

E’ uno dei simboli storici di Monteluce, un riferimento del quartiere ferito a morte prima dall’addio del Policlinico e poi da troppi anni di promesse tradite. Ma il bar Loris, con le sue vetrine da decenni affacciate sulla piazza, resiste ancora. Non ha chiuso, come invece è stata costretta a fare la maggior parte delle attività attorno, dalla sanitaria al fioraio fino alla banca e alla rosticceria che era un’altra istituzione. "Siamo ancora qui – dice Mauro Cittadini da dietro il bancone – Chiudiamo solo il sabato per turno, per il resto proviamo a resistere, anche se non è facile".

La nuova Monteluce, a parte qualche attività che ha avuto il coraggio di investire nel poco che è stato ricostruito dove c’era l’ospedale, è un miraggio. Nel quartiere si respira rabbia mista a rassegnazione. E’ così?

"Certo – risponde Cittadini – perché all’inizio erano state fatte promesse su promesse. Sembrava che qui dovesse diventare un paradiso, un esempio di città nuova. Nulla di tutto questo, come avete visto, è successo. E ora siamo nel degrado totale".

Gli intoppi sono stati davvero tanti...

"Prendete la Casa della salute che doveva trasferirsi qui da via XIV Settembre. Sarebbe stata una bella spinta per la ripresa, ma i lavori sono bloccati da anni perché le imprese non sono state pagate e di conseguenza tutto si è fermato".

L’area del vecchio Policlinico demolito è stata ricostruita solo in minima parte. Tutta la zona bassa che dà su via del Giochetto è recintata e abbandonata. C’è anche un problema di sicurezza?

"Sicuramente sì – risponde convinto Cittadini – Io apro il bar la mattina presto e in giro si rivedono certe facce che prima erano scomparse dal quartiere. Di sicuro, se cercano rifugio dentro l’ex Policlinico lo spazio non gli manca...".

Pesa anche l’assenza totale di residenti. Dentro la nuova Monteluce non c’è un solo appartamento...

"Anche lì è stato fatto un errore di valutazione. All’inizio della ricostruzione le ditte sono partite con un richiesta di 3.500 euro a metro quadrato per le residenze. Era un prezzo esagerato. Così l’assenza di richieste e poi la crisi dell’edilizia hanno bloccato tutto".

In mezzo a questa sensazione generale di abbandono del quartiere, come resiste il bar Loris?

"Tiriamo avanti grazie alla gente che abita qui intorno, clienti affezionati che ci sono rimasti vicini. E poi abbiamo la fortuna di lavorare in locali di proprietà nostra, per cui non paghiamo l’affitto. Altrimenti non ce l’avremmo mai fatta".

Dieci anni fa il Policlinico ha chiuso i battenti. Si può quantificare la perdita di fatturato per il bar Loris?

"Stando stretti direi il 70 per cento. Bisogna tenere presente che nel Policlinico a pieno regime transitavano 15mila persone al giorno, era una città nella città e i negozi funzionavano bene. Ora invece..."

Ma quale può essere il vostro obiettivo per il futuro?

"Continuare a resistere – risponde Cittadini – E sperare che qualcosa si sblocchi".