SOFIA COLETTI
Cronaca

Monir: «Tutte le emozioni di MasterChef»

Il concorrente umbro di origini marocchine conquista tutti. «Spero nell’integrazione e sogno un ristorante. Magari a Bevagna»

Monir

Perugia, 6 marzo 2021 - «Un’esperienza indimenticabile, che auguro a chiunque abbia la passione per la cucina". Monir Eddardary è la grande rivelazione di MasterChef. Con il suo inconfondibile accento bevanate, la battuta pronta, la simpatia eccentrica e spontanea, il concorrente umbro di origine marocchine ha sfiorato la vittoria nel gran finale andato in scena giovedì su Sky. E ha saputo conquistare il cuore di tutti. Parla di MasterChef come un viaggio inaspettato... "E sono grato al destino per averlo fatto in un momento storico come questo. Un anno fa ero tornato dalla Nuova Zelanda per affrontare l’ultimo step e diventare steward di volo ma la pandemia ha fatto saltare tutto. E mentre stavo nella mia Bevagna con mille domande sul futuro, ho visto in tv la pubblicità di MasterChef. Adesso eccomi qui"., La sua carta vincente? "L’essere sempre me stesso a 360 gradi. Sono spensierato, non prendo nulla troppo sul serio ma questo non vuol dire che non tenessi alla gara. E’ solo un’arma che uso nella vita di tutti i giorni, cerco di capire i miei punti deboli, li vedo non come debolezze ma come base di partenza per migliorare". Ha usato qualche strategia per arrivare in finale? "Ho visto Master come un gioco da tavola, dove vince chi arriva fino in fondo, non importa come. Il mio obiettivo era superare le singole sfide e presentarmi alla finale con il menù migliore. Però sapevo che non avrei mai vinto: ero quello con più lacune e meno preparazione tecnica". Cosa significa cucinare? "L’ho sempre fatto nel tempo libero. E’ un modo per rilassarmi e tenere strette le mie radici: marocchine, che con il tempo tendo a perdere, e umbre. In Australia ogni domenica mi facevo le tagliatelle fresche al tartufo". Il suo discorso finale sull’integrazione ha colpito molto.. . "E’ fondamentale e io l’ho vissuta fin da bambino. Sono nato e cresciuto a Foligno ma questo non bastava a dimostrare la mia doppia cittadinanza, spesso nella vita mi sono sentito senza identità. Ho capito l’importanza della multiculturalità in un fast food a Melbourne e l’ho ritrovata a MasterChef. L’integrazione buona può solo arricchire l’Italia senza togliere nulla". Quanto è legato all’Umbria? "Nelle mie vene scorre sangue marocchino ma nel mio cuore c’è Bevagna. E’ il mio nido, ci sono mio padre e i miei amici, sono fierissimo del mio accento e se penso alla pensione sogno di trascorrerla qui, in Umbria". Adesso quale è il suo sogno? "Ho sempre lavorato a contatto con le persone, MasterChef mi ha fatto scoprire la mia strada professionale. Vorrei trasferirmi a Milano, studiare per poter aprire un giorno un mio ristorante. Non so dove, magari proprio a Bevagna. E sarà una piccola trattoria dove assaggiare un connubio tra Umbria e Marocco". Per finire. Il piatto preferito? "Uno, incontrato: tagliatelle con ragù di lumache al sugo".