Microcellulare nel carcere. In cella di ’Alta sicurezza’

Era occultato in una spina elettrica ed è stato ritrovato durante una perquisizione "Complimenti alla polizia penitenziaria che opera con gravi carenze di organico".

SPOLETO Microcellulare ritrovato dalla polizia penitenziaria in una cella del carcere di Spoleto. Era nascosto in una presa elettrica. Lo denuncia il Sappe (Sindacato autonomo di polizia penitenziaria). "Grazie all’attività d’indagine del reparto – spiega il segretario regionale Fabrizio Bonino – nell’ambito di una perquisizione effettuata all’alba di sabato, è stato rinvenuto un microcellulare abilmente occultato dentro una presa di corrente elettrica in una cella presso una sezione ove sono ristretti detenuti appartenenti al circuito di Alta Sicurezza". La vicenda ripropone la questione della carenza di organici. "Sono anni ormai che il Sappe lamenta a tutti i livelli - continua Bonino complimentadosi con il personale – che il taglio di ben 130 unità nella pianta organica della polizia penitenziaria del carcere operato nel 2017 avrebbe comportato gravissime carenze nella gestione della sicurezza nell’Istituto e il ritrovamento di sabato ne è soltanto l’ultima conferma. L’amministrazione penitenziaria devecomprendere che non è possibile gestire un Istituto penitenziario di massima sicurezza con un numero di uomini che non sarebbe idoneo neanche per la gestione di un asilo nido ed inviare con urgenza un contingente idoneo". "Il Sappe - sottolinea il segretario nazionale Donato Capece – torna a richiamare l’attenzione dei vertici regionali e nazionali dell’amministrazione penitenziaria affinché vengano date risposte concrete alla risoluzione delle problematiche in atto nel penitenziario di Spoleto, anche dotando la polizia penitenziaria da sempre in prima linea sul fronte dell’ingresso e possesso di droga e telefonini in carcere, di adeguati strumenti tecnologici di controllo”.