REDAZIONE UMBRIA

La criminalità organizzata era qui: sequestrati beni per tre milioni

Doppia operazione della Guardia di Finanza contro le «infiltrazioni»

I vertici della Finanza e il procuratore De Ficchy

Perugia, 10 maggio 2017-  Una villa nella zona di Ellera-Corciano, un alloggio, un terreno in Valnerina su cui è in corso la costruzione di un residence, 14 automezzi, conti correnti e quote societarie di sei imprese: due milioni di euro. Tutto sequestrato applicando il «12 sexies», la norma che prevede il blocco del patrimonio nei confronti di persone indagate per reati di mafia – e non solo – se c’è sproporzione con il reddito. L’operazione «Eclissi» del Nucleo di polizia tributaria della Finanza di Perugia ha colpito al cuore, ma soprattuto al portafoglio, quel Giuseppe Benincasa indagato nell’inchiesta «Naos» dei Ros, poi spostata a Reggio Calabria per competenza.

E stata la Dda a delegare i militari del comando provinciale, agli ordini del colonnello Dario Solombrino, a verificare la liceità del patrimonio. I dettagli sono stati illustrati in una conferenza stampa alla quale, oltre a Solombrino, hanno preso parte il comandante regionale Antonio Sebaste, il procuratore Luigi De Ficchy e il comandante della Tributaria, tenente colonnello Selvaggio Sarri. Due le operazioni portate a termine dal Gico (coordinato dal luogotenente Teodoro Segneri) della Tributaria. Nel primo caso l’indagato è accusato di associazione per delinquere di stampo mafioso, traffico di droga, estorsione e riciclaggio. Secondo l’accusa i beni, ritenuti frutto del reimpiego di capitali illeciti, sono stati fittiziamente intestati dal calabrese ai propri familiari, ma di fatto erano nella sua disponibilità.

Secondo gli investigatori gran parte dei guadagni dell’attività illecita sono stati reimpiegati per acquisire la gestione e il controllo di attività economiche, nel settore immobiliare, dell’edilizia e degli appalti. La seconda operazione, «Cleaning», ha ‘colpito’ altri due nomi di calabresi noti: Gregorio Procopio (assolto per sempre in Cassazione dall’omicidio Provenzano) ma condannato recentemente a cinque anni per l’inchiesta «Trolley» su un traffico di droga dalla Calabria. Ma l’indagine per cui è stata possibile la confisca è l’Acroterium, svolta sempre dal Ros che, insieme a Procopio, aveva riguardato Salvatore Papaianni. Quest’ultimo è lo stesso per cui i pm Petrazzini e Miliani hanno chiuso le indagini, indicandolo come presunto mandante del delitto Provenzano. Le confische eseguite nel maggio 2016 e marzo 2017 hanno riguardato una villetta, due appartamenti e due terreni sull’asse Perugia-Crotone, insieme a sei auto, una moto e disponibilità bancarie per un valore di 850mila euro. I beni sono nella disponibilità dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.

La direzione  intrapresa dal comando provinciale – ha spiegato il colonnello Solombrino – sta dando i suoi frutti». Capitolo a parte meritano i reati fallimentari. Il procuratore – è emerso – ha costituito un pool con militari della sezione di polizia giudiziaria, aliquota Finanza, che lavorano in sinergia con la Procura. Il gruppo – coordinato dal luogotenente Teodoro Di Luca – ha già trattato 360 fascicoli inerenti i fallimenti, di cui 170 evasi. Sono 261 le persone denunciate e venti i milioni di euro distratti dai crac delle aziende.

E.P.